Il reddito di cittadinanza funziona a manovella

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-16

Quando i governatori hanno provato a chiedere spiegazioni al presidente di Anpal Mimmo Parisi due giorni fa, si sono sentiti rispondere che la piattaforma informatica ancora non c’è

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Il reddito di cittadinanza è sulla carta. Nel senso che ancora manca la piattaforma informatica che dovrebbe gestire le offerte e le domande di lavoro per incrociarle e offrire a chi è disoccupato un posto. Quindi per ora i soldi ci sono, il meccanismo che doveva far evitare l’accusa di assistenzialismo ancora no. Spiega oggi Valentina Conte su Repubblica:

La chiamano “fase zero”. I primi soldi sono arrivati in aprile sulle card di 488 mila famiglie. Di queste solo 122 mila – circa una su quattro – sono attivabili e quindi devono sottoscrivere un patto per il lavoro presso i centri per l’impiego. Le altre un patto per l’inclusione sociale tramite i servizi comunali. Ma come? Nessuno lo sa. Comuni e Regioni sono paralizzati. E quando i governatori hanno provato a chiedere spiegazioni al presidente di Anpal Mimmo Parisi due giorni fa, si sono sentiti rispondere che la piattaforma informatica ancora non c’è.

Nel frattempo però tra quanti hanno ricevuto l’sms sul telefonino e poi ritirato la tessera gialla alle Poste con i denari del reddito qualcuno si è presentato ai centri per l’impiego. «Noi non mandiamo via nessuno, ma certo queste persone sono nel limbo burocratico», ammette Cristina Grieco, assessore al Lavoro della Regione Toscana e coordinatrice della commissione Lavoro in conferenza Regioni. «Le convocazioni vere e proprie partiranno dal 24 giugno. Nel frattempo useremo la lista Anpal per capire se il beneficiario deve o meno firmare la dichiarazione di immediata disponibilità a lavorare.

reddito di cittadinanza
Rdc, le domande e l’esito (Il Sole 24 Ore, 15 maggio 2019)

Poi entro il 30 novembre dovrebbe essere pronto il sistema informativo centralizzato che dialoga con i sistemi regionali. Almeno così ci hanno detto». In attesa quindi della “fase due” siamo a quella “zero”. «Una fase manovale, con gli elenchi su carta», conferma Claudio Di Berardino, assessore della Regione Lazio. «Così però la macchina del reddito non gira. Hanno voluto forzare i tempi, ma senza strumenti adeguati ci pare un gioco sbagliato».

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