I professori che devono aspettare un anno per andare in pensione

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-07-12

L’INPS non conteggia i contributi come il ministero. Così, i docenti che pensavano di avere gli anni per poter andare in pensione potrebbero trovarsi a dover fare un anno in più di servizio

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35mila tra docenti e personale ATA della scuola devono andare in pensione dopo aver raggiunto gli anni necessari in seguito alla riforma Fornero. Ma l’INPS non conteggia gli anni di contributi in modo identico al ministero della Pubblica Istruzione e questo potrebbe portarli a dover fare ancora un anno di lavoro.

I professori che devono aspettare un anno per andare in pensione

Della storia si è cominciato a parlare domenica ma oggi un articolo del Fatto Quotidiano definisce meglio i contorni del problema. A settembre dovrebbero essere circa 33 mila i lavoratori della scuola pronti per la pensione (25 mila docenti, 8 mila Atae 300 dirigenti), circa 5 mila quelli attualmente interessati dal disagio del conteggio. Ad alcuni è stato riferito che c’è un problema di comunicazione tra database dell’anagrafe contributivo dell’Inps e dell’Inpdap, l’ente che in passato si occupava della previdenza dei dipendenti della Pubblica amministrazione. Spiega il quotidiano:

A fornire i dettagli sul motivo di questo intralcio è invece il ministero dell’Istruzione. Ieri, il ministro Marco Bussetti ha spiegato che il blocco dei pensionamenti è dovuto al passaggio di consegne dal Miur all’Inps delle pratiche di verifica del calcolo pensionistico del personale scolastico. Nel dettaglio, il passaggio di informazioni, dati e documenti deve avvenire tra gli uffici territoriali scolastici e l’ente di previdenza che da quest’anno si fa carico delle pratiche secondo le disposizioni per la semplificazione amministrativa. Tanto che nelle settimane scorse è anche stato attivato un tavolo di lavoro tra Miur e Inps “per facilitare lo scambio dei dati e delle informazioni tra le due istituzioni”.

Per i docenti che rischiano di dover lavorare un anno in più, invece, sempre il ministro ha poi ricordato che l’Inps adotta riferimenti diversi, ovvero l’anno commerciale anziché quello solare, per calcolare l’anzianità utile perla pensione. In sostanza, considerando l’anno commerciale e non solare ci sono cinque giorni meno all’anno lavorativi e per quarant’ anni di servizio si tratta di duecento giorni. Così, i docenti che pensavano di avere gli anni per poter andare in pensione potrebbero trovarsi a dover fare un anno in più di servizio.

Intanto, per l’inizio del prossimo anno scolastico e in attesa di capire quante domande di pensione saranno accettate, i posti vacanti saranno coperti da supplenti con un incarico annuale.

I prof che vogliono andare in pensione

35mila professori e personale ATA chiedono di lasciare la cattedra e andare in pensione: 10mila in più rispetto all’anno scorso, e in base ai calcoli sull’anzianità sarà così anche nei prossimi tre anni. Si tratta di molti docenti che erano stati bloccati dalla riforma Fornero, che oggi però hanno maturato i requisiti in tempo per lasciare durante questo anno scolastico. Ma c’è un intoppo: per le pratiche all’INPS si promettono tempi lunghi e il rischio è che le cattedre rimangano vuote all’inizio dell’anno scolastico. Vanno verso l’addio i docenti e il personale ATA della classe 1951, ovvero quella che secondo i requisiti richiesti nel 2018 raggiunge i 67 anni di età, a cui si aggiungono quelli che hanno 41 anni e dieci mesi di contributi.

professori in pensione
I numeri, le scadenze, le richieste (Il Messaggero, 8 luglio 2018)

Fino al 2017 era compito degli uffici scolastici regionali raccogliere le certificazioni e inviare tutto all’INPS per avviare la pratica di pensionamento: ora tocca invece tutto alla stessa INPS, e questo sta creando un ingorgo che è alla base dei ritardi che potrebbero riverberarsi a breve sull’apertura dell’anno scolastico. Lo stesso vale per il personale ATA che comunque va in pensione dal primo novembre. Il 12 luglio ci sarà un presidio sotto la sede dell’INPS a Roma organizzato dai sindacati.

Leggi sull’argomento: I numeri della ricerca scientifica in Italia

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