Plastic Tax e Sugar Tax: come cambia il prezzo di una bottiglia d’acqua

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-30

Fissata a un euro al chilo l’imposta sugli imballaggi in plastica mentre quella sulle bevande analcoliche con aggiunta di zuccheri, l’imposta è di 10 euro per ettolitro per i prodotti finiti e di 0,25 euro per chilogrammo “per i prodotti predisposti ad essere utilizzati previa diluizione”. Cosa cambia per il consumatore?

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Entrano in manovra la plastic tax e la sugar tax. È quanto si legge nella bozza della legge di bilancio 2020. E’ fissata a un euro al chilo l’imposta sugli imballaggi in plastica mentre quella sulle bevande analcoliche con aggiunta di zuccheri, l’imposta è di 10 euro per ettolitro per i prodotti finiti e di 0,25 euro per chilogrammo “per i prodotti predisposti ad essere utilizzati previa diluizione”.

Plastic Tax e Sugar Tax: come cambia il prezzo di una bottiglia d’acqua

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha spiegato che “L’imposta sulla plastica ha lo scopo di disincentivare i prodotti monouso e promuovere materie compostabili ed eco-compatibili. Non è un’imposta generalizzata sulla plastica, materiale di cui difficilmente riusciremo a fare a meno, ma ha l’obiettivo di limitare l’impiego di oggetti che usi una volta e rimangono nell’ambiente per centinaia di anni”. E ha spiegato che ci sarà un sostegno alla riconversione della produzione: “Introdurremmo anche un incentivo per l’innovazioni dei processi produttivi che sostenga la riconversione verso la produzione di bioplastiche o di plastiche compostabili, che non saranno soggette all’imposta”. La plastic tax colpirà “la vaschetta per prodotti alimentari che si trovano al supermercato ma non i contenitori domestici per il frigorifero; il bicchiere di plastica usa e getta ma non quello di plastica progettato per essere messo a tavola e utilizzato un numero indefinito di volte”. Inoltre, spiega il ministro, “è limitata e commisurata al peso della plastica e quindi volta a incentivare la riduzione di plastica monouso introdotta, mentre non tocca le bioplastiche“.

tassa zucchero bevande
La tassa sulle bevande zuccherate in Europa (Corriere della Sera, 22 settembre 2019)

Rosario Caputo, presidente di IBG spa, ha però lanciato un grido d’allarme: “Gli incrementi dei costi con l’introduzione della sugar tax e della plastic tax rischiano di creare scenari di grave incertezza e difficoltà soprattutto nelle piccole realtà tipiche della tradizione italiana”. “Dieci cent/litro sui nostri prodotti – afferma Caputo – significa un aggravio del 10%, in un momento di stagnazione economica su un segmento delle bibite zuccherate già in difficoltà. La tassa sulla plastica comporterà inoltre altri pesanti aumenti nei costi di approvvigionamento; anziché aiutare realtà ed eccellenze del made in Italy si rischia di mortificare chi fa impresa e depauperare il valor economico e sociale sul territorio”. Ibg spa fa parte di Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta le aziende che producono e vendono bevande analcoliche in Italia. Secondo David Dabiankov Lorini, direttore generale di Assobibe, si tratta di “una misura che non trova motivazioni visto che da anni le vendite di bevande zuccherate sono in calo in Italia e che un consumo equilibrato non è un motivo di preoccupazione. Non si tratta di una tassa con effetti lievi, ma una penalizzazione di molto superiore all’aumento dell’IVA (dal 22 al 25.2%) che è sembrato assodato fosse una misura da evitare stante gli effetti depressivi”.

Quanto impattano la tassa sulla plastica e quella sugli zuccheri sul prezzo finale

In trance agonistica il giorno prima della fine della campagna elettorale in Umbria, Matteo Salvini ha invece detto che il costo dell’acqua minerale raddoppia: “A proposito di tasse in manovra, solo quella sulla plastica farà aumentare del 10% i prezzi dei prodotti di larghissimo consumo. Significa, per esempio, pagare almeno il doppio l’acqua minerale, mica il caviale! Governo bugiardo: è questo l’aumento selettivo? Quello sull’acqua, la verdura e i biscotti? Vergogna”. All’epoca abbiamo spiegato che non sarà così: Il Fatto Alimentare spiega che per l’acqua minerale in bottiglia se scomponiamo il prezzo il 99,99% è collegato al processo produttivo, al trasporto, al materiale impiegato per la bottiglia e alla commercializzazione. La materia prima non incide sui costi.

Il fattore che incide per oltre il 50% sui costi è la plastica della bottiglia e del tappo. Il materiale è sempre lo stesso ma cambia il peso. Con 20 grammi si realizza una bottiglia “morbida” che sfugge di mano quando si versa l’acqua. Per quelle rigide, sagomate e colorate servono almeno 40 grammi e i costi salgono da 7 a 15 centesimi di euro.

Se prendiamo per buono il peso di 40 grammi, al massimo il prezzo aumenta di 4 cent a bottiglia (sempre nell’ipotesi che venga scaricato tutto sul consumatore, cosa che comunque è probabile). Il prezzo di una bottiglia d’acqua minerale non raddoppia.

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Fonte: Corepla

Inoltre come detto visto che la plastica riciclata è esclusa c’è la non remota possibilità che le bottiglie in PET non siano soggette alla plastic tax. Come spiega il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (COREPLA) con il PET riciclato è possibile produrre il “preforma”. Il preforma è «il semilavorato da cui, tramite il soffiaggio, derivano le bottiglie di plastica. Grazie a particolari lavorazioni che garantiscono la completa igienicità, le preforme possono essere ora realizzate anche in Italia con una quota di PET riciclato». In Italia nel 2018, su un totale di 2,3 milioni di tonnellate di imballaggi in plastica immessi al consumo, circa 320.000 tonnellate erano di bottiglie di acqua minerale in Pet (fonte Corepla). Di queste solo 30.000 tonnellate non sono state recuperate (ossia l’1,3% degli imballaggi di plastica immessi al consumo in Italia).

Anche la Pagella Politica di Agi fa i conti partendo da tre prodotti: CoGeDi (Compagnia generale di distribuzione, che distribuisce marchi come Uliveto e Rocchetta), Lete e Sant’Anna. Il peso maggiore è delle bottiglie da un litro e mezzo di acqua Rocchetta (60 grammi circa), seguito da quello delle bottiglie Sant’Anna (40 grammi) e Lete (25 grammi). Il costo di queste bottiglie d’acqua varia da distributore a distributore, da periodo a periodo. Guardiamo quindi ai prezzi medi: questi oscillano dai 15 centesimi al litro (distribuzione locale, marca discount) ai 30 centesimi al litro (distribuzione nazionale). Se prendiamo il prezzo della distribuzione nazionale e lo applichiamo alle bottiglie da un litro e mezzo, risulta un costo ad oggi pari a 45 centesimi di media. A questo prezzo la “plastic tax” aggiungerebbe, nei tre esempi che vengono presi in considerazione, 6 centesimi per la Rocchetta, 4 centesimi per la Sant’Anna e 2,5 centesimi per la Lete. Un aumento che oscilla tra il 5,6 per cento e il 13,3 per cento. Considerando che, sempre secondo quanto calcola Il Fatto Alimentare, la spesa annuale per una persona che pasteggi tutti i giorni con acqua naturale e’ al massimo pari a 110 euro, l’impatto della “plastic tax” oscillerebbe tra i 6 e i 14,5 euro all’anno.

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