Quegli otto spari alle persone per strada in tutta Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-28

Otto casi molto simili accaduti in tutta Italia. I magistrati indagano alla ricerca di una regia

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Otto casi molto simili in tutte le parti d’Italia e il fantasma dell’emulazione come spiegazione per quelli che sembrano delitti razzisti. Mentre Marco Arezio, l’ex dipendente del Senato che ha sparato a una bimba rom in strada a Roma, ammette che il fucile che ha utilizzato era modificato, ieri un uomo originario di Capoverde è stato colpito alla schiena mentre si trovava su una piattaforma di lavoro da un uomo che ha sostenuto di aver voluto sparare a un piccione.

Quelli che sparano alle persone per strada

Gli spari da pistole vere o ad aria compressa contro gli stranieri sono aumentati nell’ultimo mese e tanto basta, scrive oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, a far scattare le indagini degli apparati di sicurezza, che oggi propendono per la possibilità di una serie di gesti di emulazione ma senza escludere che dietro alcuni «attacchi» possa esserci una matrice di odio razziale. Ecco perché carabinieri e polizia stanno cercando di ricostruire nei dettagli ogni vicenda, concentrandosi sulla possibilità che qualcuno possa essere stato fomentato attraverso la «rete» dei social.

Un lavoro affidato alla Postale che sta monitorando «profili» esiti proprio per trovare tracce utili. Verifiche che si affiancano a quelle svolte da commissariati e stazioni dell’Arma per scoprire se dietro alcuni fatti possa esserci un’unica regia. Senza dimenticare quanto accaduto a Macerata nel febbraio scorso quando Luca Traini sparò e ferì se istranieri «per vendicare l’omicidio di Pamela Mastropietro», la giovane che era stata adescata da un gruppo dinigeriani.

tiro all'immigrato
L’infografica del Corriere sugli spari alle persone in strada (Corriere della Sera, 28 luglio 2018)

In realtà, per quanto risulta dalle indagini, la Mastropietro è stata invece adescata (ovvero invitata a prostituirsi) da un italiano; soltanto dopo ha conosciuto i tre indagati per il suo omicidio.

L’ipotesi dell’emulazione razzista

I casi comunque sono tanti a cavallo tra giugno e luglio. A Caserta sono arrivati spari da una Panda in corsa contro due ragazzi ospitati in una struttura SPRAR, uno dei due è stato ferito all’addome. A Napoli il 20 giugno due ragazzi hanno colpito un ventiduenne alla pancia, mentre a Latina due persone che stavano aspettando l’autobus alla fermata di latina Scalo sono stati feriti dai colpi esplosi da un’auto. Sempre a luglio un immigrato originario della Guinea, ospitato in un centro di accoglienza, è stato colpito da uno sparo al volto.

cirasela bimba rom

Poi ci sono i due episodi di Forli a distanza di tre giorni l’uno dall’altro (un uomo ferito all’addome e una donna colpita a un piede sempre per strada) prima degli episodi di Vicenza e Roma. I magistrati di Roma che indagano sul ferimento della bimba rom di 15 mesi colpita il 17 luglio in una strada trafficata mentre era in braccio alla mamma dicono però che  l’ex dipendente del Senato che ha sparato dal balcone del suo appartamento non mostra di avere alcuna tendenza razzista.

Resta però da capire come mai non si sia presentato ai carabinieri pur avendo saputo di aver ferito la piccola e soprattutto perché avesse modificato l ’arma per potenziarla. Non ha avuto il coraggio di dire che «volevo sparare a un piccione» come ha sostenuto l’uomo che in Veneto due giorni fa ha colpito alla schiena un operaio di Capoverde. Ma anche la giustificazione del «colpo partito per sbaglio» appare poco credibile.

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