ACEA, ma dov'è finito il piano di razionamento dell'acqua a Roma?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-07-28

Ieri il Tribunale delle Acque ha dato torto ad ACEA e la procura di Civitavecchia ha indagato il presidente di ACEA ATO 2. Ma il piano di razionamento che doveva partire dal 28 luglio è stato intanto rimandato a lunedì. Senza che però sia stato comunicato nulla ai cittadini che tra tre giorni dovrebbero rimanere senz’acqua. Tutto normale?

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Il dado, in teoria, sarebbe tratto. Oggi scade l’ultimatum di ACEA sul lago di Bracciano e a mezzanotte dovrebbe scattare l’ormai famoso piano di razionamento che dovrebbe privare per uno o due turni da otto ore su tre dell’acqua i romani. Ma l’acqua dei romani in realtà è salva almeno fino a lunedì. Ed è possibile che l’emergenza idrica finisca in una bolla di sapone.

ACEA e il piano di razionamento dell’acqua a Roma

Perché nel frattempo è accaduto qualcosa che dovrebbe far riflettere i vertici di ACEA. In primo luogo il Tribunale delle Acque ha dato ragione alla Regione Lazio e torto alla multiutility sull’ordinanza che prevede lo stop ai prelievi dal 28 luglio fino alla fine di dicembre. Per i giudici delle Acque “la dedotta impossibilità di effettuare l’inevitabile turnazione nel servizio di distribuzione dell’acqua” appare “una conseguenza non imposta in via esclusiva dall’ordinanza impugnata”. Anzi, Acea Ato2 potrà “adottare misure compensative per contrastare gli effetti dell’azzeramento del prelievo”.

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Il piano di razionamento dell’acqua e i turni (La Repubblica Roma, 23 luglio 2017)

Ma c’è di più. Si legge ancora nel decreto: “Il danno prospettato da parte del ricorrente, connesso alla sua specifica posizione imprenditoriale di gestore, appare del tutto genericamente prospettato e avente comunque natura risarcitoria come tale non irreparabile”. Poi è arrivata l’indagine per disastro ambientale colposo nei confronti di Paolo Saccani, presidente di ACEA ATO 2 e nei confronti del consorzio in base alla responsabilità delle imprese.

L’ultimatum era un penultimatum

Il punto è però che il piano di razionamento dell’acqua a Roma che doveva scattare stanotte, non scatterà. Il Messaggero oggi lo rinvia a lunedì prossimo, e quindi l’ultimatum è già diventato un penultimatum. Ma soprattutto nella mattinata del 28 luglio ACEA, che ha annunciato il piano con lo stesso Saccani durante un’intervista a Sky Tg 24 la scorsa settimana, non ha ancora comunicato nulla ufficialmente riguardo modalità e tempi del presunto razionamento. Tutte le ipotesi fatte circolare nei giorni scorsi dalla comunicazione dell’azienda ancora non sono diventate un piano concreto da illustrare alla cittadinanza ad appena 16 ore dal primo distacco e a tre giorni da lunedì.

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ACEA e il lago di Bracciano (Corriere della Sera, 28 luglio 2017)

È lecito insomma pensare che anche il piano di razionamento facesse parte di una strategia “politica” dell’azienda che mirava a piegare la Regione Lazio. Una strategia fallita. E con la sentenza di un tribunale che invita il gestore ad “adottare misure compensative” in luogo della captazione dell’acqua del lago di Bracciano, sarà piuttosto complicato adesso dare tutta la colpa di un eventuale piano di razionamento dell’acqua a Roma a Zingaretti.

Cosa dice l’ACEA 

Fino a lunedì, fa sapere il gestore, i serbatoi di ACEA sono in grado di garantire acqua regolarmente per tutta Roma, anche senza l’apporto dell’acqua prelevata dal lago di Bracciano. Sfumata però l’ipotesi di un provvedimento di Palazzo Chigi che – dichiarando l’emergenza in 10 Regioni causa siccità – consentisse di bypassare lo stop al prelievo idrico dal lago imposto dalla Regione Lazio, a questo punto restano solo 24 ore per capire se a Roma sarà turnazione dell’acqua o meno.

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Paolo Saccani, presidente di ACEA ATO 2

Acea Ato 2, gestore del servizio idrico di Roma e provincia, oggi ha fatto una nuova proposta alla Regione, che però prevede comunque di captare acqua dal lago – 500 litri al secondo invece degli attuali 1.100 – e viene dunque considerata irricevibile, vista anche l’indagine aperta oggi dalla Procura di Civitavecchia a carico dell’azienda con l’ipotesi di reati ambientali. Sembra comunque difficile che Acea Ato 2 possa comunicare con poco preavviso le zone interessate da un eventuale razionamento idrico, che coinvolgerebbe 1,5 milioni di persone con turni da 8 ore.

La lettera di Lanzalone alla Regione e al prefetto

Intanto ieri l’avvocato Luca Lanzalone, scelto dalla Giunta Raggi per guidare ACEA dopo il buon fine delle trattative per lo stadio della Roma a Tor di Valle di cui si è occupato,ha scritto ieri una lunga lettera al governatore Nicola Zingaretti e mandato in copia anche al prefetto, alla sindaca e al comandante dei vigili del fuoco riportata dall’agenzia di stampa ANSA: “Nell’imminenza del termine del 28 luglio 2017 assegnato dall’ordinanza per la sospensione del prelievo dal lago di Bracciano”, il presidente dell’Acea Luca Lanzalone chiede”affinché sia adottata ogni misura necessaria e idonea, nessuna esclusa, a scongiurare lo scenario” che, prevedendo l’avvio di una “rigida turnazione nella fornitura di acqua” in “rilevanti porzioni del territorio urbano comprendenti” anche “presidi di natura ospedaliera, assistenziale e in generale socio-sanitaria”, comporterebbe “grave rischio per la salute pubblica”.

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Luca Lanzalone, presidente di ACEA

“Acea Ato2 – si legge quindi – conferma la disponibilità a formalizzare in ogni momento qualsivoglia accordo che preveda” tra le altre cose “l’avvio di una cabina di regia tecnica congiunta Regione Lazio-Acea Ato 2 Spa finalizzata a monitorare per i mesi di agosto, settembre e ottobre la gestione della derivazione delle diverse fonti, tra le quali quella del lago di Bracciano, al fine di garantire l’attuazione del principio che impegna il gestore del servizio idrico a fare in modo che ogni litro recuperato dall’attività di efficientamento della rete, attualmente in corso, vada in riduzione alla captazione dal lago di Bracciano”; “l’attivazione di alcuni investimenti sul lago di Bracciano con finalitàmitigatorie”; “l’impegno” ad “effettuare in coerenza con il principio di solidarietà un’ottimizzazione finalizzata al contenimento delle pressioni della rete in orario notturno anche nella città di Roma”; “la determinazione congiunta anche attraverso la cabina di regia tecnica della quantità massima di derivazione d’acqua dal lago di Bracciano per i mesi di agosto, settembre e ottobre al fine di scongiurare il rischio di interruzione del pubblico servizio idrico di Roma”. Ma il piano di razionamento è ancora sul tavolo: “nelle parti della città interessate, durante il periodo di sospensione della fornitura di acqua potrebbe non essere garantita la piena funzionalità dei sistemi antincendio” e “la fruibilità delle strutture turistico-recettizie”.

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