Giuliano Pazzaglini: il senatore della Lega rinviato a giudizio per i soldi del terremoto

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-06-18

Le accuse sono truffa, peculato ed abuso d’ufficio in concorso con l’allora Presidente della Croce Rossa locale Giovanni Casoni di Fdi: avrebbe fatto confluire parte delle donazioni per i terremotati della cittadina marchigiana sui conti di società sue e di Casoni. Arriva la solidarietà del Carroccio

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Il senatore della Lega ed ex sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini è stato rinviato a giudizio per truffa, peculato ed abuso d’ufficio in concorso con l’allora Presidente della Croce Rossa locale Giovanni Casoni di Fdi per i soldi dei terremotati. Secondo l’accusa, ritenuta credibile dal giudice dell’udienza preliminare, avrebbe fatto confluire parte delle donazioni per i terremotati della cittadina marchigiana sui conti di società sue e di Casoni (Sybil Project e Simil Iniziative).

Giuliano Pazzaglini: il senatore della Lega rinviato a giudizio per i soldi del terremoto

La prima udienza è stata fissata per entrambi al 25 gennaio del prossimo anno. Secondo l’indagine, iniziata nel 2017, condotta dalla guardia di finanza e coordinata dal capo della procura di Macerata, Giovanni Giorgio, alcune donazioni destinate ai terremotati di Visso sarebbero state indirizzate dall’allora sindaco Pazzaglini su due società, gestite dall’amico Casoni (ma di una era lui stesso co-amministratore). Il Fatto Quotidiano ricorda oggi che secondo l’accusa alcune casette sono state donate dai Comuni di Meolo e di Taino, altre sono state acquistate dalla Sibyl Project, rivendute alla Sybil Iniziative che, a sua volta, le ha rivendute alla ProLoco che le ha pagate con i 31.900 euro, parte di una donazione di 90.70,48 euro della EmilBanca di Bologna.

Nonostante le casette non servissero più, il sindaco continuava a chiedere soldi come con la Parrocchiadi Luino (VA) che versò a Sybil Iniziative 2 mila euro. Quando non gli venivano accreditati sui conti delle società (il sindaco di Tenno, che fece un bonifico di 16 mila euro sul conto del Comune, Pazzaglini escogitò di devolvere la somma alla Pro Loco per allestire la pista di ghiaccio, fornita da una società spagnola pagata dalla Sibyl Iniziative che, a sua volta, la fatturò alla ProLoco con una sovraffatturazione di oltre 700 euro.

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Pazzaglini è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Macerata per vari reati contro la Pubblica amministrazione legati a donazioni post sisma 2016 per un ammontare di decine di migliaia di euro che mancherebbero all’appello. In particolare anche due consistenti donazioni di Emil Banca di Bologna. In questo primo filone gli viene contestato il reato di peculato. Riguarda la somma di 11.800 euro di una iniziativa di beneficenza organizzata da Moto Nardi “In moto per ricostruire” a favore dei commercianti, di cui non vi è traccia. Soldi in contanti consegnati al sindaco in Comune dal titolare, Vincenzo Cittadini. Il senatore alcuni mesi fa ha reso dichiarazioni spontanee in presenza dell’avvocato Giuseppe Villa che lo difende con l’avvocato Giancarlo Giulianelli di Macerata. La procura ha sequestrato dal suo conto 10300 euro, che risultano spesi senza pezze d’appoggio. La storia venne raccontata dal Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Sandra Amurri nel gennaio 2019:

La contestazione per peculato riguarda una somma di poco più di 10mila euro, raccolta a favore dei commercianti grazie a un’iniziativa di beneficenza organizzata da Moto Nardi e dai motoclub Amici di strada e New Riders. La cifra è già stata messa sotto sequestro lo scorso gennaio, quando la procura ha notificato la chiusura di un primo filone di indagine. Diversi invece i casi di abuso d’ufficio, sempre relativi al denaro raccolto per il Comune di Visso.

Secondo le indagini Pazzaglini avrebbe chiesto ai benefattori di versare i soldi sui conti di due società, la Sibil Iniziative, di proprietà di Giovanni Casoni, ex presidente della Croce Rossa locale, ora commissariata, anche lui indagato in concorso con Pazzaglini, e la Sibil Project, intestata allo stesso senatore e a Casoni.

A chi contattava il Comune per devolvere qualcosa, il sindaco avrebbe detto che se i soldi fossero finiti nel bilancio comunale sarebbe stato complicato utilizzarli per i terremotati. Era più semplice, avrebbe detto, girarli alle due società che si occupavano di iniziative in favore di chi aveva perso tutto. In realtà per la procura l’intenzione di Pazzaglini sarebbe stata quella di avvantaggiare le società.

La difesa di Pazzaglini su Facebook

Pazzaglini ha pubblicato un video su facebook per difendersi dalle accuse. “Qui anticiperò una piccolissima parte di quello che portero’ in tribunale – ha spiegato nel video -, per l’esito del giudizio ci vorranno anni e praticamente sono già stato condannato su tutti i mezzi di comunicazione, quindi ora voglio iniziare dimostrare la mia innocenza”, ha detto. “Per tre anni sono stato accusato praticamente di tutto” dai “pacchi solidali” all’avere “fatto sparire 120mila euro”, all’avere “abusato dei rimborsi”, tutte “cose non vere” per le quali il senatore ha sporto querele. “Dopo un esposto della opposizione di Visso – spiega – la Procura mi processa per circa 35mila euro che avrei fatto guadagnare ‘in modo ingiusto’ (abuso di ufficio), per 2.000 che ho utilizzato per un pagamento per una iniziativa (truffa) e per 10.300 euro di cui mi sarei impossessato (peculato). Per queste accuse ho subito un sequestro preventivo di oltre 45mila euro”.

Ma secondo Pazzaglini tra mancati rimborsi e la rinuncia all’indennità di sindaco di Comune terremotato “avrei dovuto avere 70mila euro a cui ho rinunciato perché a carico del Comune. È plausibile quindi che potendo avere del tutto legalmente 70mila euro io ne abbia rubati 10mila e fatti guadagnare 35mila in modo ingiusto?”. Il senatore ricorda inoltre che “già pochi giorni dopo il terremoto sono iniziati gli accertamenti. Al netto di errori che sono sempre possibili, figuriamoci in una emergenza come quella, qualcuno pensa che già sotto controllo avrei fatto qualcosa di illegale?”. Pazzaglini non nasconde la sua amarezza: “per l’esito del giudizio ci vorranno anni e praticamente sono già stato condannato su tutti i mezzi di comunicazione, quindi ora voglio iniziare dimostrare la mia innocenza”. “Rispetto per la magistratura, ma totale fiducia nel nostro senatore”, commenta il commissario della Lega Marche Riccardo Marchetti.

Foto copertina da: Cronache Maceratesi

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