Economia

La protesta di parrucchieri e centri estetici per la riapertura il primo giugno

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-27

Si immagina una riapertura da giugno, ma questo – secondo il segretario di Confartigianato Cesare Fumagalli – si tradurrebbe in una perdita economica di 1.078 milioni di euro, pari al 18,1% del fatturato annuo mettendo a rischio il lavoro di 49mila addetti del settore

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La cura della persona resterà sul binario del fai da te, in barba alla fase due. Anche dopo il 4 maggio, infatti, resteranno “sospese le attività inerenti servizi alla persona, fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti”. Secondo le indiscrezioni si immagina una riapertura da giugno, ma questo – secondo il segretario di Confartigianato Cesare Fumagalli – si tradurrebbe in una perdita economica di 1.078 milioni di euro, pari al 18,1% del fatturato annuo mettendo a rischio il lavoro di 49mila addetti del settore.

La protesta di parrucchieri e centri estetici per la riapertura il primo giugno

“Con senso di responsabilità – sostiene Fumagalli – abbiamo elaborato e presentato tempestive proposte dettagliate su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale pulizia, sanificazione. Proposte che penalizzano fortemente le nostre possibilità di ricavo, ma siamo consapevoli della loro necessita’. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. E ora non accettiamo che le attenzioni del Governo siano rivolte ad altri settori e si limitino ad una incomprensibile dilazione per la ripresa nostre attività, con tutto il rispetto per i musei che non scappano, che non possono essere fruiti dagli stranieri e che non rischiano il fallimento”. “Del resto, al 1 giugno cosa potremo fare di più rispetto ad oggi in termini di sicurezza? Si può far stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio? No, non ci stiamo. Finora siamo stati alle regole, ma la prospettiva di un altro mese e più di fermo obbligato non l’accettiamo”.

fase 2 calendario ripartenza 27 aprile 18 maggio

Fase 2: il calendario della ripartenza dal 27 aprile al 18 maggio (Corriere della Sera, 24 maggio 2020)

Sono cominciate anche le proteste. I due titolari di un negozio di parrucchiere a Padova si sono incatenati stamane in segno di protesta contro le misure anti-contagio che – anche nell’ultimo Dpcm – impediscono la riapertura di queste attività commerciali. I titolari del salone Dolce Vita, in corso Milano, si sono legati ai polsi e al corpo una catenella di quelle usate per le delimitazioni nelle file, ed hanno spiegato in una conferenza stampa improvvisata i motivi della protesta. “Non possiamo rimanere chiusi ancora – hanno detto Agostino Da Villi e Stefano Torresin – siamo pronti per aprire,rispetteremo le norme, ma non possiamo rimanere fermi”.

I parrucchieri che si incatenano per la ripresa delle attività

“Il settore benessere e’ esasperato – spiega il presidente regionale di CNA Benessere Piemonte Giuseppe Sciarrino -. Le nostre attività sono ferme dal 2 marzo e non possono attendere ancora. In tutto l’anno segneremo una perdita secca del 40% sul nostro fatturato, se aggiungiamo a quanto perso finora anche la riduzione del 50% dei passaggi che vedremo nei prossimi mesi a causa delle nuove regole del distanziamento sociale”. Anche a Bologna la situazione è calda. “C’erano molte speranze nel mondo dell’artigianato e della piccola e media impresa, invece oggi c’e’ solo una grande amarezza”, testimonia Claudio Pazzaglia, direttore Cna Bologna. “Desta sconcerto e rabbia il fatto che nel Dpcm del 26 aprile non si faccia alcuna menzione a una possibile data di riapertura delle imprese di acconciatura ed estetica. L’ennesima dichiarazione in conferenza stampa del presidente del Consiglio, che lascia intendere uno slittamento del riavvio di tali attivita’ a giugno, e’ intollerabile. Rappresenta una condanna a morte per l’intero settore”, sbotta Giovanna Cacciatori, presidente dell’unione Benessere e sanità dell’associazione. “Un settore che, con 135.000 imprese e oltre 260.000 addetti e 2.500 aziende solo nell’area metropolitana di Bologna, partecipa in maniera determinante all’economia italiana. È incomprensibile come nei loro confronti ci sia una totale disattenzione da parte del Governo. La Cna chiede che acconciatori ed estetiste possano riprendere a breve la loro attività”, scandisce Cacciatori. “Il comparto, a tutela di clienti e dipendenti, può già offrire tutte le garanzie necessarie a riaprire saloni di acconciatura e centri estetici nella massima sicurezza, rispettoso delle più rigorose norme e procedure igienico-sanitarie. Se il governo ritiene che debbano essere definite ulteriori condizioni, che le definisca da subito per consentire di riaprire al più presto”, incalza l’imprenditrice.

fase 2 maggio cinque punti

Anche una trentina di parrucchieri di Sanremo si è radunata davanti al Comune di Sanremo per incontrare il sindaco Alberto Biancheri, alla luce dell’ultimo dpcm che ha rinviato al primo di giugno l’apertura delle attività che svolgono servizi alla persona. “Riaprendo a giugno, alla fine saranno tre mesi senza lavorare – afferma Sara Lacchetta, presidente dell’associazione salute e benessere della Cna di Sanremo – e non sappiamo più dove sbattere la testa. Speravamo nel 4 maggio, visto che eravamo già pronti con tutti i dispositivi di sicurezza: mantelle, disinfettante, dpi, mascherine e guanti monouso; divisori e via dicendo”. E proprio per coprire i costi di questi dispositivi, i parrucchieri annunciano un aumento di 4 euro sul prezzo di ogni prestazione. “So benissimo che questo è un momento tragico – ha detto loro il sindaco, al quale è stata consegnata una lettera – ma dobbiamo anche dare un segnale di rispetto delle regole. Mi farò portavoce, dove possibile, affinché si trovi una soluzione anche per voi, ma ora tornate a casa”.

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