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Pandemic fatigue: la stanchezza delle restrizioni per COVID-19

neXtQuotidiano 11/10/2020

Dopo mesi di disagi di ogni genere è arrivata la pandemic fatigue, la difficoltà di continuare a sopportare una vita lontana dalla normalità a cui eravamo abituati. Spiega l’OMS che in Europa questo sentimento di sfinimento in alcuni paesi riguarda il 60% della popolazione

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La prima ondata della pandemia di Coronavirus ha visto tutti, chi più chi meno, terrorizzati, pieni di adrenalina e pronti a rispettare le regole per evitare l’avanzata del virus. Quando è arrivato il primo lockdown la reazione è stata quella di cantare dai balconi, non di protestare. La vista delle foto delle bare di Bergamo ha innescato oltre che l’umana pietà la voglia di fare qualcosa per dare una mano in prima persona, anche solo rispettando le regole. La paura del contagio ci ha resi responsabili e ligi al dovere. Ma dopo mesi di disagi di ogni genere è arrivata la pandemic fatigue, la difficoltà di continuare a sopportare una vita lontana dalla normalità a cui eravamo abituati. Spiega l’OMS che in Europa questo sentimento di sfinimento in alcuni paesi riguarda il 60% della popolazione. L’Economist mostra come la pandemic fatigue riduca l’utilizzo delle misure di sicurezza contro COVID-19:

 

pandemic fatigue cosa è

Ilaria Capua in un’intervista al Corriere parla della pandemic fatigue come della cosa che la preoccupa di più. Senza il coinvolgimento di tutti non sarà facile contenere la seconda ondata:

Qual è la cosa che la preoccupa di più?
«La cosiddetta pandemic fatigue: si verifica quando i pazienti, ma anche le strutture sanitarie e i decisori politici perdono energie, si immobilizzano. L’antidoto è concentrarsi sulle questioni davvero urgenti e necessarie. Per esempio, per quanto riguarda i tamponi, bisogna snellire le procedure, evitare che si formino code nei punti-prelievo o che le persone aspettino giorni per avere il referto. Come singoli individui diamo la priorità a poche regole: spostarsi il meno possibile e sempre con la mascherina, mantenere la distanza di due metri, lavarsi le mani. Con l’unione di questi comportamenti siamo protetti, un po’ come la matrioska più piccola racchiusa dentro le altre»

Quali possono essere i rimedi per contrastare questo fenomeno? Informare i cittadini, coinvolgerli, evitare di adottare restrizioni inutili e sostenere i più deboli che ne sopportano il peso.

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