Pace fiscale, i quattro paletti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-01

Test di fattibilità e convenienza sulle ipotesi di sanatoria fiscale: dalle cifre in gioco allo stato del processo passando per i tributi coinvolti

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L’ammontare delle somme contestate dal Fisco; lo stato dell’eventuale contenzioso; la presenza di debiti Iva e il raccordo con le rottamazioni delle cartelle già in corso. Saranno questi, spiega oggi Il Sole 24 Ore, i quattro fattori che renderanno conveniente o meno la cosiddetta pace fiscale, ovvero il condono che sta per essere varato da Lega e M5S (che per ora si allenano con Ischia). L’elemento di partenza sono le cifre richieste dal Fisco. L’ipotesi iniziale di un massimo di 100mila euro per contribuente è lievitata fino a 500mila euro nel Piano nazionale delle riforme (Pnr), anche se per la Lega la soglia ideale è un milione di euro, come ha confermato venerdì scorso il viceministro all’Economia, Massimo Garavaglia.

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Pace fiscale, le cartelle non riscosse (Il Sole 24 Ore, primo ottobre 2018)

Il quotidiano spiega che per avere successo la pace fiscale dovrà riuscire a essere più conveniente della rottamazione delle cartelle: solo così ci sarà convenienza ad accedere al nuovo regime; poi c’è il problema della convenienza:

I dati delle Entrate sulle cartelle non riscosse (871 miliardi anche sono circa 50 quelli realisticamente recuperabili) mostrano che il 96% dei contribuenti ha importi inferiori a 100mila euro. Il problema, però, è legato alla distribuzione dello stock. Perché a questi stessi contribuenti è riconducibile meno del 20% del “magazzino”, che sale poco sopra il 30% includendo chi ha cifre fino a 500mila euro. Detto diversamente, i due terzi dell’arretrato dipendono dai grandi evasori.

Le forze politiche dovranno trovare un punto d’intesa che tenga conto delle esigenze di equità, ma anche di gettito. Nell’attesa, i potenziali interessati possono iniziare a valutare la propria posizione, considerando che di solito la cifra limite include, oltre l’imposta, gli interessi e le sanzioni

C’è poi il problema di chi ha cause già pendenti con il fisco: secondo le prime ipotesi circolate prima del Consiglio dei ministri di giovedì, la pace fiscale dovrebbe escludere le cause pendenti in Cassazione, ma ancora non si sa quale sarà la data alla quale il giudizio dovrà risultare pendente in primo o secondo grado per poter rientrare nella sanatoria.

Leggi sull’argomento: Il condono per Ischia nel decreto Genova

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