Attualità
“All’Ospedale del mare positivi e negativi nella stessa stanza”
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-10-28
Repubblica Napoli racconta che in una chat su Whatsapp degli infermieri dell’Ospedale del mare di Ponticelli si dice che positivi e negativi spesso devono condividere la stessa stanza
Mentre sono 140 i posti letto di terapia intensiva occupati ieri in Campania, con un aumento di 17 ricoveri in più rispetto al giorno precedente e 1.210 i posti letto di degenza occupati su 1.500 posti letto di degenza attivabili Repubblica Napoli racconta che in una chat su Whatsapp degli infermieri dell’Ospedale del mare di Ponticelli si dice che positivi e negativi spesso devono condividere la stessa stanza. Con il conseguente rischio di contagio:
Ore 22.15, la chat di whatsapp di un gruppo di infermieri napoletani si illumina con un nuovo messaggio. “Ormai è normale che un paziente positivo non venga isolato e che sia in stanza con un paziente negativo che si becca il Covid”, scrive una infermiera da una delle corsie diventate la frontiera nella lotta al virus: la medicina d’urgenza dell’Ospedale del mare di Ponticelli. La chat come un bollettino di guerra giornaliero, dentro ci finiscono le domande, le paure, la rabbia dei camici bianchi impegnati in prima linea. Quelli che, per le regole di ingaggio della burocrazia, non possono comunicare con i media. E che finiscono per sfogarsi tra loro in un gruppo privato whatsapp. L’infermiera, per esprimere l’assurdo, racconta l’ultimo caso: “Paziente positivo, e siamo a due in Mecau (Medicina d’urgenza). Ventilazione non assistita…quindi aerosol a go go da due giorni…in camera doppia…con il vicino di letto che ovviamente adesso è un sospetto”. E poi la denuncia posta con tre punti interrogativi: “Posti letto Covid???”. Già, dove sono? È l’allarme lanciato nelle ore in cui l’ultima disposizione dell’unità di crisi regionale prevede la riconversione in reparti Covid di tutte le corsie dove ormai sono sospesi da giorni i ricoveri ordinari: dalla dermatologia alla chirurgia, dalla geriatria alla reumatologia