Il piano (diabolico) del M5S per il MES

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-19

I grillini e il tabù degli aiuti: via libera solo se non ci saranno condizionalità in uscita

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Federico Capurso su La Stampa illustra il piano del MoVimento 5 Stelle per accedere al MES, che prevede il via libera solo se non ci saranno condizionalità in uscita. Il che è tecnicamente impossibile, e quindi di cosa stiamo parlando?

«La crescita dei contagi in autunno è una possibilità concreta, che valuteremo osservando anche l’andamento della curva nel Nord Europa in queste settimane – ragiona Pierpaolo Sileri, viceministro della Sanità in quota M5S -, ma non credo che una seconda ondata sarà forte come  quella della primavera scorsa, perché ci sono regole e dispositivi che rendono le catene di contagio meno forti». Ci sarà comunque bisogno, prosegue Sileri, «di circa 25 miliardi di euro da investire sulla sanità, per aumentare i macchinari di diagnostica e recuperare i ritardi accumulati durante il lockdown. Ma del Mes se ne può parlare solo se si scrive nero su bianco che non ci saranno condizionalità in uscita. Altrimenti, rischieremmo di vederci imporre, tra qualche anno, dei tagli per rientrare del prestito chiesto. Magari, da fare proprio sulla sanità».

Il nodo per i Cinque stelle resta dunque la base giuridica sulla quale poggia il Pandemic crisis support, e in particolare l’articolo 14 del trattato istitutivo del Mes, attraverso il quale, se uno Stato che richiede un prestito ha problemi di liquidità, si attiva un sistema d’allarme con meccanismi e condizionalità considerati pericolosi. «Non basta la dichiarazione dei commissari europei Dombrovskis e Gentiloni, con cui si dice, a parole, che non ci sono condizioni in uscita», sottolinea la sottosegretaria agli Affari europei Laura Agea, M5S. Ma se dall’Europa continueranno a esserci resistenze rispetto all’eventualità di modificare il trattato istitutivo del Mes, o di costruire una nuova linea di credito da zero, «dovremo continuare ad affidarci al Quantitative Easing della Bce, il migliore strumento che abbiamo a disposizione», sostiene Agea.

«Potrebbe capitalizzare 400 miliardi di euro per l’Italia, da qui al suo  esaurimento. In caso di una nuova emergenza, quindi, la nostra principale soluzione deve essere quella di continuare a fare aste di Btp: il modo più adatto per arrivare in sicurezza alla prima tranche del Recovery Fund, nel 2021».

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