Mascherine chirurgiche a scuola: sospensione e 5 in condotta per chi non le mette?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-02

Il Comitato tecnico scientifico ha bandito l’uso delle mascherine di stoffa a scuola, previsto in un primo momento. Saranno consentite solo quelle chirurgiche, considerate più sicure, che verranno distribuite gratuitamente. E i presidi si dividono tra chi vuole provvedimenti discliplinari per gli studenti delle superiori che non la indossano e chi vuole usare una linea più morbida

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Mascherine a scuola sì o no? Se in un primo tempo sembrava si potessero usare quelle di stoffa ora il CTS chiarisce che i dispositivi consentiti saranno solo quelli chirurgici. Le famiglie non dovranno acquistarle e saranno distribuite gratuitamente. Ma per gli studenti delle superiori i presidi si dividono tra chi vuole sanzionare gli studenti con pesanti sanzioni discliplinari per chi non la indossa e chi invece pensa che sia un errore usare una linea troppo dura.

Mascherine chirugiche a scuola: sospensione e 5 in condotta per chi non la mette

Il Comitato tecnico scientifico ha bandito l’uso delle mascherine di stoffa a scuola, previsto in un primo momento. Saranno consentite solo quelle chirurgiche, considerate più sicure. Ma non ci sarà un costo per le famiglie. Le mascherine verranno distribuite gratuitamente ogni giorno a scuola. Anche per evitare l’effetto riciclo, ovvero l’utilizzo di mascherine non più idonee perchè indossate per troppo tempo:

Il commissario straordinario Domenico Arcuri ha infatti annunciato più volte che ogni giorno verranno inviate gratuitamente alle scuole 11 milioni di mascherine di questo tipo. Tra l’altro sono state ordinate anche di misure diverse perché siano adatte agli studenti di tutte le età, dai bambini delle elementari ai ragazzi delle superiori. Gli alunni le troveranno ogni mattina nei loro istituti, che dovranno organizzare la distribuzione in modo da non creare assembramenti all’ingresso, e avranno anche la responsabilità dello smaltimento alla fine  dell’utilizzo. Con le mascherine pubbliche, tra l’altro, si avrà la certezza del ricambio giornaliero di questi dispositivi di protezione, che come ormai noto perdono efficacia se vengono indossati troppo a lungo. Se poi ci dovessero essere problemi di fornitura, studenti e anche operatori scolastici potranno usare quelle di comunità che, come spiegato dall’Istituto superiore di sanità, «hanno lo scopo di ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana e non sono soggette a particolari certificazioni. Non devono essere considerate né dei dispositivi medici, né dispositivi di protezione individuale, ma una misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus»

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Ma, alle superiori,  i presidi si stanno organizzando per prevedere provvedimenti disciplinari per gli studenti che non vogliono indossare la mascherina. L’istituto tecnologico Volta di Perugia ad esempio sanzionerà chi non adempie all’obbligo di usare i dispositivi di protezione con due interrogazioni ogni mattina per tre giorni. Tra i presidi nel Lazio invece la linea da seguire prevalente è quella di abbassare il voto in condotta, spiega Repubblica:

Proprio in questi giorni la maggior parte degli istituti sta riscrivendo il Patto educativo di corresponsabilità e i regolamenti disciplinari. E la scuola a rischio Covid impone una riflessione sul rispetto delle nuove regole. Non tutti sono d’accordo, «non siamo sceriffi, ma educatori». Ma prevale la linea delle sanzioni. «Così come si è multati se non indossi la mascherina sull’autobus o in un luogo dove è obbligatoria perchè non a scuola?», ragiona Carlo Braga, preside dell’istituto Salvemini, in provincia di Bologna. «Anche noi abbiamo aggiunto sanzioni, sino alla sospensione, per chi infrange le misure anti-Covid, le stesse previste per qualsiasi azione pericolosa che possono commettere gli studenti, per un cazzotto piuttosto che una spinta. Poi è chiaro, ci sarà una gradualità, ma il ragazzo che non la indossa in modo provocatorio, il negazionista sarà allontanato dalla scuola»

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Scuola: il protocollo e le linee guida (Corriere della Sera, 19 agosto 2020)

Non tutti sono però d’accordo nell’usare il pugno di ferro: Domenico Squillace, alla guida del prestigioso scientifico
Volta di Milano, spiega: «Conosco il dibattito tra colleghi, ma se imbocchiamo la strada delle punizioni non andremo da nessuna parte»

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