Manovra, 180 miliardi di debito in scadenza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-12

Da qui a fine anno scadranno più Bot e Btp (56,6 miliardi soltanto a settembre) di quelli che il Tesoro dovrà collocare (circa 125 miliardi), considerata la raccolta in anticipo sulla tabella di marcia

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Il ministro del Tesoro  dovrà chiudere i conti con altri 180 miliardi di titoli di Stato in scadenza fino a dicembre (344 entro i prossimi 12 mesi). E, scrive oggi Il Messaggero, se Via XX Settembre dovrà farlo persino con l’ombra dell’Italiexit tornata a pesare negli ultimi giorni nel rischio Italia, questo si vedrà. Dipenderà molto dalla probabilità delle nuove elezioni. E dunque dai rischi intravisti dai mercati di una possibile manovra in deficit in caso di un governo a guida Lega. Sempre che non ci pensi la Bce di Mario Draghi già il 12 settembre, con il lancio del nuovo Quantitative easing (il piano d’acquisto dei titoli di Stato Ue), a sfoderare un bazooka così robusto da far svanire anche gli effetti della tempesta politica italiana.

titoli in scadenza
I titoli in scadenza (Il Messaggero, 12 agosto 2019)

A fine agosto riprenderà anche il ciclo di aste a medio-lungo termine. Il primo appuntamento è fissato per il 29 agosto, e il probabile debutto anche del nuovo decennale 2030 potrebbe essere un test importante per capire la tenuta della fiducia sull’Italia.

Ma non sarà certo un problema per il Tesoro collocare titoli di Stato con un rendimento di mercato attuale intorno all’1,8% in un contesto di tassi sottozero. Senza contare che di qui a fine anno scadranno più Bot e Btp (56,6 miliardi soltanto a settembre) di quelli che il Tesoro dovrà collocare (circa 125 miliardi), considerata la raccolta in anticipo sulla tabella di marcia.

Rimane, però l’effetto spread sulla manovra. L’Italia dovrebbe effettuare uno sforzo da almeno 27 miliardi, soltanto per disinnescare l’aumento dell’Iva. Ed è evidente come i margini si stringerebbero in caso di improvvisa impennata del differenziale Btp/Bund, visto che ogni 100 punti di spread guadagnati e confermati per un anno corrispondono a circa 3,5 miliardi di interessi in più da pagare sul debito.

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