Luigi Marroni all'attacco per CONSIP

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-06-19

Il manager: “Vogliono cacciarmi? Mi toglierò dei sassolini dalle scarpe”. E questa settimana vedrà Cantone

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“Vogliono cacciarmi? Mi toglierò dei sassolini dalle scarpe”. L’amministratore delegato di Consip Luigi Marroni, il teste-chiave dell’inchiesta che ruota attorno al mega appalto da 2,7 miliardi, ha fatto sapere che avrà “molte cose da dire, visto che mi cacciano. Finalmente – la frase registrata dal Messaggero – potrò togliermi qualche sassolino dalle scarpe”. E questa settimana busserà alla porta di Raffaele Cantone, numero uno dell’Anticorruzione, al quale racconterà la sua versione su pressioni e appalti. Dopo la notizia dell’indagine su Luigi Ferrara per false informazioni, seguita dalle opportunissime dimissioni sue e di un’altra consigliera d’amministrazione, giungono particolari piuttosto curiosi sulle motivazioni dell’accusa nei confronti del presidente di CONSIP. Scrivono Lorenzo Salvia e Fiorenza Sarzanini sul Corriere:

Ferrara era uno dei testi chiave sulla fuga di notizie che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati del comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette, del comandante della Toscana Emanuele Saltalamacchia e del ministro dello Sport Luca Lotti. Secondo l’amministratore delegato Luigi Marroni, sarebbe stato proprio lui ad avvisarlo di essere intercettato. «Mi disse di averlo saputo da Del Sette», ha specificato Marroni.
Nel primo interrogatorio avvenuto la scorsa estate Ferrara aveva ridimensionato la circostanza spiegando che si era trattato «di un generico avvertimento a stare lontano da Romeo». Una versione che evidentemente stride con le verifiche svolte in seguito. Non solo. Tre giorni fa Ferrara avrebbe addirittura ritrattato quanto già detto. E così è stato formalmente accusato.

luigi marroni consip
L’affare CONSIP (La Repubblica, 19 giugno 2017)

C’è di più. Secondo Repubblica Marroni avrebbe intenzione di muoversi legalmente contro la sua rimozione:

Si sente vittima di un’ingiustizia, ricorda di essere passato in pochi mesi da testimone di un’inchiesta che vede indagato un ministro a vittima di una defenestrazione orchestrata dal governo di quel ministro. Ignora chi dall’esecutivo continua a pressarlo anche in queste ore per spingerlo a dimettersi. Ed è pronto a reagire. Senza escludere una mossa clamorosa, confidata in privato in queste ore: un ricorso di fronte ai magistrati. Al Tar, se ci saranno gli estremi, o comunque davanti a un giudice capace di riconoscere quello che ritiene un torto e un danno professionale devastante. Costi quel che costi.

Intanto il governo pensa a un sostituto. I nomi che circolano in queste ore sono quelli di Enrico Pazzali, ex amministratore delegato di Fiera Milano e attuale ad di Eur Spa, l’ad di Sogei Cristiano Cannarsa e Elisabetta Spitz, amministratore di Invimit.

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