Nuove regole per le zona rossa e lockdown nei weekend: il DPCM Draghi non basta più?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-06

Da oggi è in vigore il DPCM Draghi con le nuove misure per combattere la terza ondata dell’epidemia di COVID-19. Ma il virus corre più dei provvedimenti. Il presidente ISS Brusaferro avverte: ” siamo quindi vicini a quella che viene identificata come la “soglia d’allarme”. Quali saranno le nuove restrizioni in arrivo se la situazione non migliora?

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Da oggi è in vigore il DPCM Draghi con le nuove restrizioni per combattere la terza ondata dell’epidemia di COVID-19. Ma il virus corre più delle misure. Ieri il monitoraggio ISS ha registrato, come ha spiegato Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, che “l’incidenza di Covid-19 sta aumentando a livello nazionale e abbiamo anche i dati proiettati a livello di questa settimana che mostrano un’ulteriore crescita. Andiamo oltre i 200” casi per 100mila abitanti, siamo quindi vicini a quella che viene identificata come la “soglia d’allarme”. Presto se la situazione non migliora potrebbe essere necessario chiudere negozi e prevedere il lockdown nei weekend. Dalla prossima settimana in ogni caso scattano le nuove regole per entrare in zona rossa.

Nuove regole per le zona rossa e lockdown nei weekend: il DPCM Draghi non basta più?

Uno dei primi esempi di limitazioni per le vendite dei negozi è la misura locale voluta dalla sindaca di Roma Virginia Raggi che con un’ordinanza ha decretato lo stop alla vendita e all’asporto di bevande alcoliche e superalcoliche dopo le ore 18 nei minimarket, distributori automatici ed esercizi di vicinato, ad eccezione delle enoteche e delle attività al dettaglio con codice Ateco 47.25. Considerato l’andamento dei contagi, si rendono necessarie ulteriori misure per contenere assembramenti soprattutto nelle zone della movida, spiega il Campidoglio. Il provvedimento verrà applicato sull’intero territorio comunale, dalle ore 18 alle 7 di oggi, fino al 6 aprile. Ogni inosservanza verrà sanzionata con il pagamento di una sanzione amministrativa da 400 a 1.000 euro, secondo l’articolo 4, comma 1, del d.l. 25 marzo 2020, n. 19, convertito dalla legge 22 maggio 2020, n. 35. “Non possiamo abbassare la guardia di fronte a una situazione epidemiologica che non fa ben sperare. Abbiamo il dovere di mettere in atto ogni misura che prevenga l’aumento dei contagi per la tutela di tutti i cittadini. Abbiamo deciso di vietare la vendita e l’asporto di alcolici e superalcolici nei minimarket, nelle ore serali, per evitare il rischio di assembramenti e garantire maggiore sicurezza nelle nostre strade. Dobbiamo anche evitare che i minimarket continuino a esercitare una concorrenza sleale nei confronti degli esercizi autorizzati alla vendita”, dichiara la sindaca. E le prossime due settimane saranno cruciali per capire se è stata fermata la crescita della curva epidemiologica. Altrimenti, scrive il Corriere, si dovranno chiudere i negozi e blindare i fine settimana con il lockdown come a Natale:

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I ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari Regionali Mariastella Gelmini hanno sul tavolo i report degli scienziati che temono una prevalenza delle varianti pari al 70% già la prossima settimana. Per questo non hanno del tutto accantonato la possibilità — già valutata prima del varo del Dpcm — di anticipare l’orario del coprifuoco, ora previsto alle 22, di imporre una chiusura delle attività commerciali e una limitazione degli spostamenti il sabato e la domenica. Una linea auspicata dal presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. «Devono essere ridotti i contatti interpersonali», avverte il Cts. Per farlo potrebbe essere necessario chiudere nelle zone di maggior contagio alcuni negozi come già è stato stabilito per parrucchieri, barbieri e centri estetici. Molti governatori hanno opposto resistenza. I numeri hanno però mostrato il livello di alto rischio e su questo tasto batte Speranza per sollecitare gli amministratori locali a intervenire con provvedimenti che allarghino le aree chiuse ai Comuni limitrofi a quelli dove si sviluppano i focolai.

Ieri il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato dati molto preoccupanti con dieci regioni e province autonome (Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Trento, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto, ndr) l’Rt puntuale maggiore di 1. Il Molise ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1.25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Delle altre nove, sei hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/province autonome hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno. Alla fine solo la Campania, con un Rt  0,96 e i nuovi casi in rapido aumento, passerà lunedì in zona rossa, come Basilicata e Molise. Il Veneto con Rt a 1,08 e il Friuli-Venezia Giulia, a 0,92, da lunedì passeranno in zona arancione. Dove già si trovano Lombardia, Piemonte, Trento, Bolzano, Marche, Toscana e Umbria ed Emilia-Romagna. L’epidemia galoppa: spiega il Fatto che Lombardia ed Emilia-Romagna hanno dati peggiori della Campania, ma Rt non supera 1,25 e quindi la zona rossa, con il Dpcm attuale come col precedente, non è possibile. Ma le cose cambieranno presto, scrive La Stampa. Dalla prossima settimana le regioni in zona rossa saranno di più, e sarà più probabile per le regioni diventarlo:

 

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Per questo buona parte degli esperti di regioni, Iss e ministero della Salute in cabina di regia ieri volevano bruciare i tempi stabilendo da subito di passare direttamente in rosso le regioni con più di 250 casi ogni 100mila abitanti. Dopo un’accesa discussione e forse qualche telefonata esterna al conclave, si è deciso di applicare la regola dal prossimo monitoraggio, sbattendosene dell’Rt inferiore a 1,25 che oggi salva le regioni dal lockdown. Com’è accaduto appunto a Lombardia ed Emilia Romagna dove la curva da tempo si impenna verso l’alto. Con i numeri di oggi in rosso sarebbero già finite proprio l’Emilia, in compagnia di Marche, Abruzzo e Alto Adige, che in realtà in lockdown ci si è messo da solo. Ma è chiaro che con questa escalation dei contagi il rosso potrebbe diventare la tinta predominante lungo tutto lo Stivale

 

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