Lo stop alle telefonate dei call center e la riforma del registro delle opposizioni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-17

Chi vorrà iscriversi non dovrà far altro che visitare il sito web del gestore del registro oppure chiamare al numero dedicato utilizzando la linea telefonica per la quale si intende negare il consenso

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Il governo ha deciso di arginare il fenomeno del telemarketing e di farlo – finalmente- anche sulle 83 milioni di utenze mobili attive in Italia. Per questo nel Consiglio dei Ministri di oggi verrà esaminato un provvedimento che mira a riformare, ampliandolo, il Registro pubblico delle opposizioni. Vale a dire il registro in cui possono iscriversi gli utenti che non intendono ricevere alcun tipo di proposta commerciale e pubblicitaria. Spiega oggi Il Messaggero:

Una lista che al momento è aperta solo ai numeri telefonici fissi e, da un anno, anche alla posta cartacea. Lo stop effettivo alle telefonate moleste sui cellulari però non arriverà da subito, anzi. L’iter rischia di essere tutt’altro che breve dato che, dopo il Consiglio dei Ministri, si prevede una consultazione tra il Governo, gli operatori telefonici e le associazioni dei consumatori. L’ampliamento quindi potrebbe arrivare entro dicembre del 2020. Solo da quel momento in poi, prima di disturbare i cittadini, «le aziende di telemarketing dovranno consultare il registro delle opposizioni per controllare che l’utente abbia effettivamente dato il consenso a ricevere le loro chiamate». A spiegarlo è Marco Martorana, avvocato che da anni come presidente di AssoData si occupa di privacy e nuove tecnologie.

stop telefonate moleste
Il governo e lo stop alle telefonate dei call center (Il Messaggero, 17 gennaio 2020)

Chi vorrà iscriversi non dovrà far altro che visitare il sito web del gestore del registro oppure chiamare al numero dedicato utilizzando la linea telefonica per la quale si intende negare il consenso. In questo modo si formerà un database il cui accesso sarà regolato da una tariffa annuale che gli operatori interessati ai dati dovranno pagare al ministero dello Sviluppo Economico o al singolo gestore a cui verrà affidato il Registro sotto la vigilanza sia del MiSE sia del Garante della privacy. In pratica,solo da dicembre, le cose potrebbero cambiare. Ma potrebbero anche non farlo del tutto.

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