«L’Italia corre dritta contro un muro»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-28

Bini Smaghi alla Stampa: il consenso del governo è elevato perché l’impatto reale sui cittadini non c’è stato. Ma presto…

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Lorenzo Bini Smaghi rilascia oggi un’intervista a La Stampa in cui traccia una direzione piuttosto pesante per il percorso dell’Italia governata dai gialloverdi, in cui sostiene che il Belpaese stia correndo come un treno contro un muro facendo finta di niente:

«L’economia che rallenta e rischia di andare in recessione nel quarto trimestre. È capitato nel 2011: le banche hanno ridotto il credito già nell’estate, appena lo spread è salito. Il pil italiano è sceso dello 0,6 nel terzo trimestre e nel quarto dello 0,9. La caduta è cominciata per effetto dello spread, già prima di Monti. Il fenomeno si sta riproponendo. Il governo, che pure si circonda di pseudo economisti, non lo ha capito».

A sentire il ministro Savona si ha l’impressione che vogliano ristrutturare il debito e farselo pagare dall’Europa.
«Lui lo ha scritto e detto. E la reazione degli altri paesi è stata “non abbiamo voglia di pagare il debito italiano”, lo ha hanno detto in tanti, da Kurz all’Afd. Il problema non è Savona, ma chi lo fa parlare. Butta benzina sul fuoco, dovrebbero dirgli di smettere. Non ha una posizione di rilievo nella Lega o nel M5S. Però, essendo Tria in una fase di ripiego, chi cerca di comprendere cosa succede in Italia ascolta Savona, e forse sbaglia».

Draghi voleva mediare.
«Sì, ha tentato di diffondere ottimismo per un’intesa sulla manovra con la Commissione e gli hanno sparato verbalmente addosso. E’ come se cercassero un pretesto per andare al voto o per fare delle manovre straordinarie, dando la colpa agli altri. D’altra parte, l’ampio consenso dei cittadini dà al governo l’illusione di poter fare qualsiasi cosa».

Per poi prendersela con la speculazione e Soros?
«Se uno dice “ce ne freghiamo e andiamo avanti” non fa altro che spingere a speculare ancora di più contro il paese, nella convinzione che si stia andando contro il muro. Siamo un paese piccolo sul Mediterraneo che si sta isolando».

Il consenso resta elevato, però. Come se lo spiega?
«Perché l’impatto reale su cittadini ancora non c’è stato. Ci sono per ora delle avvisaglie. La recessione non è ancora iniziata. Torno al treno. Corre ad alta velocità, il muro ancora non si vede, ma se non si rallenta lo schianto sarà violento».

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