Attualità

Libero e le maledette zanzare immigrate che portano la malaria

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-09-06

La piaga delle zanzare immigrate che portano la malaria nel nostro paese e prendono 35 euro al giorno usufruendo anche del Wi-Fi gratis viene oggi giustamente esecrata su Libero

article-post

La piaga delle zanzare immigrate che portano la malaria nel nostro paese e prendono 35 euro al giorno usufruendo anche del Wi-Fi gratis viene oggi giustamente esecrata su Libero, la cui prima pagina è tutto un programma a luci rosse visto che avanza spazio anche per la “doppia penetrazione” che emerge dai verbali dello stupro di Rimini, forse in omaggio al rispetto della vittima che il giornalismo deve, per obbligo deontologico, dare. Il tono del quotidiano è giustamente indignato e non si può certo biasimarlo: Pietro Senaldi ci informa che “basta che una zanzara punga un malato e poi uno sano e quest’ultimo muore“, e questo ci prova con tutta evidenza le chiare responsabilità delle zanzare immigrate che portano la malaria dal paese loro arrivando qui in comode valigie mentre gli italiani sono costretti nelle tende.
zanzara malaria libero
In effetti è una vergogna che il governo se ne disinteressi e insista con l’accoglienza: l’altroieri la Boldrini – l’ha vista con i suoi occhi un lettore di Libero – ha accolto con una delegazione delle forze armate e la banda musicale un gruppo di zanzare provenienti dai paesi esotici con tutti gli onori: alle zanzare minorenni è stato anche concesso lo ius soli temperato con deroga alla legge da parte della presidente della Camera. E alle zanzare italiane chi ci pensa? Perché il governo non dà qualche camera in hotel 5 Stelle anche alle zanzare nostrane? Perché non apre loro i serbatoi dell’AVIS? Forse che loro non hanno diritto di mangiare? Solo le zanzare immigrate che portano la malaria sono le preferite dei matusa e del go-go-go-governo?

Leggi sull’argomento: Cosa hanno capito i razzisti italiani del caso della bimba di Trento morta di malaria

 

Potrebbe interessarti anche