La revoca per Autostrade tramonta

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-08

L’accordo in discussione prevede l’ingresso della Cassa depositi e prestiti nel capitale di Autostrade

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Alessandro Barbera su La Stampa racconta oggi che per Autostrade la revoca è stata abbandonata e adesso Atlantia tratta con il governo per l’entrata di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale della compagnia. Un parere dell’Avvocatura dello Stato nei primi giorni di febbraio ha definitivamente fatto tramontare l’ipotesi della revoca della concessione:

Secondo le informazioni raccolte, quel parere elenca con precisione le ragioni che sosterebbero un’enorme richiesta di risarcimento dell’azienda di fronte ai tribunali italiani ed europei: non meno di venti miliardi di euro. Finché l’inchiesta sul Ponte non andrà a sentenza – a Genova c’è chi stima ci vorrà un anno solo per il primo grado – lo Stato non sarebbe in grado di difendersi dall’accusa di essere venuto meno a un impegno contrattuale. Ecco perché negli ultimi due mesi fra i nuovi vertici e il ministro dei Trasporti Paola De Micheli è ripartita la trattativa per trovare un accordo: sulle regole e sul nuovo assetto azionario, nel quale probabilmente sarà presente lo Stato con Cassa depositi e prestiti. La ripresa in Borsa del titolo di Autostrade segnala la convinzione degli investitori che un accordo ci sarà.

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L’azionariato di Atlantia (La Repubblica, 21 febbraio 2020)

Per sedersi al tavolo Atlantia e i Benetton hanno posto due precondizioni. La prima: la modifica dell’articolo 35 del decreto Milleproroghe, quello che ha ridotto il valore della concessione di Autostrade da ventritré a sette miliardi. Dopo l’approvazione di quella norma le agenzie di rating hanno declassato quasi dieci miliardi di obbligazioni del gruppo al livello spazzatura. Ciò significa che il concessionario non è in grado di finanziare sul mercato il piano di investimenti presentato, 7,5 miliardi di qui al 2023.

La seconda precondizione riguarda il modello tariffario: Autostrade (ma in questo è sostenuta da tutti i concessionari) ritiene insostenibile quello messo a punto dall’Autorità per i trasporti. In compenso sono disposti ad accettare un taglio delle tariffe (si parla del cinque-dieci per cento) e per intero degli indennizzi a tutte le famiglie e le imprese colpite dalla tragedia del ponte, di cui sta finanziando anche la ricostruzione. I tempi per chiudere sono stretti: oggi Autostrade non è in grado di chiudere nemmeno il bilancio del 2019. Il Cda ha fatto il punto ieri e lo rifarà poco dopo Pasqua, il 17. Nell’ultimo mese ha scritto tre volte alla De Micheli, senza ricevere risposte formali.

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