La Lombardia modifica (di nuovo) le linee guida per i ristoranti

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Il 20 maggio scorso avevamo raccontato che la Lombardia aveva modificato le linee guida del governo sui ristoranti cancellando la possibilità di stare vicini a meno di un metro per i familiari. E ottenendo così l'effetto comico di vedere persone che vivono nella stessa casa, dormono nello stesso letto ma se vanno a cena fuori devono stare a un metro di distanza. Ora le ha cambiate di nuovo

Vi ricordate? Il 20 maggio scorso avevamo raccontato che la Lombardia aveva modificato le linee guida del governo sui ristoranti cancellando la possibilità di stare vicini a meno di un metro per i familiari. E ottenendo così l’effetto comico di vedere persone che vivono nella stessa casa, dormono nello stesso letto ma se vanno a cena fuori devono stare a un metro di distanza. A far notare la questione, tra gli altri, anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori a cui il presidente della Regione Attilio Fontana aveva risposto gridando all’attacco politico.



La Lombardia modifica (di nuovo) le linee guida per i ristoranti

La novità è che la Regione Lombardia è tornata sui suoi passi e ha modificato di nuovo le linee guida togliendo la regola del metro di distanza che valeva anche per i familiari.



Adesso sono improvvisamente comparsi i “membri dello stesso gruppo familiare o dei conviventi” oltre ai bambini di sei anni e le persone disabili. Prima il codice recitava:

● I tavoli devono essere disposti in modo che le sedute garantiscano il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro di separazione tra i clienti, salvo i casi di accompagnamento di minori di sei anni o persone non autosufficienti; detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale. Tale distanza può essere ridotta solo ricorrendo a barriere fisiche tra i diversi tavoli adeguate a prevenire il contagio tramite droplet.



E adesso è cambiato così:

● I tavoli devono essere disposti in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti, ad eccezione dei membri dello stesso gruppo familiare o dei conviventi e del caso di accompagnamento di minori di anni sei o di persone disabili di cui all’art. 9 comma 2 del D.P.C.M. del 17 maggio 2020. Detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale. Tale distanza può essere ridotta solo ricorrendo a barriere fisiche tra i diversi tavoli adeguate a prevenire il contagio tramite droplet.

Non male per un “pretestuoso attacco politico”, no?

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