Economia
La lettera di Ignazio Visco a Banca Etruria
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-10-20
I documenti e le anomalie denunciati da via Nazionale nella procedura che portò a commissariare la banca
La Banca popolare dell’Etruria e del Lazio è stata posta in liquidazione coatta amministrativa il 22 novembre 2015, tramite il decreto salva banche del governo Renzi. La Banca d’Italia ha disposto la sua «risoluzione». Cosa è successo prima? Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera riepiloga oggi, con l’ausilio di documenti riservati e inediti che però probabilmente finiranno negli indici della Commissione d’inchiesta sulle banche, racconta le mosse di Bankitalia sulla banca in cui aveva ruoli di primo piano il padre di Maria Elena Boschi:
Il 24 luglio 2012 il governatore scrive una lettera al presidente Giuseppe Fornasari per «rilevare che le scarse azioni correttive intraprese non hanno prodotto risultati in quanto la qualità degli impieghi è rimasta scadente e anzi appare in progressivo peggioramento». E per questo «si segnala l’urgente necessità di realizzare interventi di miglioramento sulle strutture e sugli strumenti posti a presidio delle varie fasi del processo creditizio, anche per eliminare i notevoli ritardi nella corretta classificazione delle partite ad andamento anomalo».
Il 3 dicembre 2013 Visco ribadisce che «da tempo la situazione aziendale della banca è connotata da elementi di marcata anomalia che hanno indotto quest’istituto a rappresentare più volte ai diversi organi aziendali che si sono succeduti nella conduzione della Popolare, l‘esigenza di attivarsi per risanare la gestione, connotata da significati squilibri tecnici e debolezze organizzative». Per questo sottolinea come «la carente pianificazione strategica e, più in generale, l’inadeguatezza del board e dell’esecutivo a svolgere il necessario ruolo di indirizzo, governo e gestione dei rischi, hanno determinato un ulteriore forte deterioramento dei profili tecnici del gruppo».
La situazione evidentemente peggiora con l’arrivo del nuovo Cda, presidente è Lorenzo Rosi e vice sono Alfredo Berni e Pier Luigi Boschi, padre della sottosegretaria Maria Elena:
Nella relazione ispettiva che Visco consegnerà alla Commissione per spiegare la scelta di procedere al commissariamento è scritto: «Le strutture deputate alla gestione del credito deteriorato non sono risultate adeguate a fronteggiare in modo efficace l’imponente crescita delle partite anomale.
Gli indicatori di performance relativi alla gestione delle sofferenze sono risultati ampiamente al di sotto degli standard riscontrabili sul mercato. In particolare per quanto concerne i tassi di recupero del credito. Tali insufficienti risultati riflettono il contenuto impiego di personale per la gestione del credito deteriorato».
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