Jasmine Cristallo e le minacce dopo che il sindaco di Riace ha pubblicato il suo telefono

«A chi gli ha fatto notare la gravità del suo gesto, Trifoli ha risposto “chi chiede rispetto, deve prima rispettare”. Parole da padrino da operetta. E solo dopo 16 ore ha rimosso quel post».

Jasmine Cristallo parla oggi con Alessia Candito di Repubblica del sindaco di Riace Antonio Trifoli che ha pubblicato la sua mail e il suo numero di telefono pubblicando un’e-mail che lei aveva inviato all’Ente.



«Non può essere stata né una leggerezza, né una svista, né un errore. È rappresaglia».

Perché ne è così convinta?
«A chi gli ha fatto notare la gravità del suo gesto, Trifoli ha risposto “chi chiede rispetto, deve prima rispettare”. Parole da padrino da operetta. E solo dopo 16 ore ha rimosso quel post».



Lei quando se n’è accorta?
«La mattina dopo la manifestazione. Al risveglio, ho trovato un’infinità di messaggi da numeri che non conoscevo. Poi, quando ho acceso il computer ho capito».

Come ha reagito?
«Non mi capacitavo. Puoi realizzare una cosa che ritieni possibile. Che un pubblico ufficiale divulghi l’indirizzo e il numero di telefono di un cittadino, usando un atto dell’Ente come se fosse cosa sua, è inconcepibile».



Fonte: Leonardo Cecchi via Facebook.com

La spaventa che molti adesso sappiano dove abita?
«Non ho paura, ma mi sento violata nella mia intimità. Ho dovuto togliere il mio nome dal campanello, passo il tempo a tranquillizzare i miei familiari, già spaventati dalla valanga di odio social di cui sono vittima. È impensabile che una donna debba essere minacciata di morte o di stupro solo perché si impegna in politica».

Il sindaco l’ha chiamata per scusarsi?
«Assolutamente no. È stato contattato dai miei legali perché rimuovesse quel contenuto e ha continuato a giustificarsi. Io mi sono limitata a dargli appuntamento in tribunale».

Ha intenzione di denunciarlo?
«Non solo, chiederò anche un risarcimento danni. Se mi dovesse essere concesso, lo devolverò alla fondazione È stato il vento che sta ricostruendo i progetti di accoglienza a Riace. E dell’accaduto si occuperà anche il Garante della privacy».

 

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