«Se l’Italia esce dalla TAV deve risarcire la Francia»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-19

Stéphane Guggino, delegato del comitato per la Transalpina, all’attacco degli ultimi resti dell’accordo sull’Alta Velocità nel contratto Lega-M5S

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Stéphane Guggino è il delegato generale del comitato per la Transalpina, che riunisce tutti gli attori, pubblici e privati, della TAV francese. In un’intervista rilasciata oggi a Francesca Pierantozzi per il Messaggero si scaglia contro le ipotesi di ridiscussione del progetto dell’Alta Velocità Lione-Torino.

Nel contratto di governo lega e 5 Stelle s’impegnano a ridiscutere integralmente il progetto della Linea ad Alta Velocità Lione-Torino. C’è spazio per nuove discussioni?
Intanto bisognerebbe chiarire se si parla del tunnel internazionale o delle vie di accesso al tunnel. Sinceramente non si capisce. Per il momento noto che la chiusura del cantiere che si evocava in un primo momento non c’è più. E’ già un passo avanti. Esistono dei trattati internazionali che sono stati firmati dall’Italia e dalla Francia. Non vedo davvero che cosa ci sia da discutere.

Per uscire dalla TAV l’Italia dovrebbe pagare?
Se mai l’Italia dovesse ritirarsi, sarebbe una pessima notizia innanzitutto per l’economia, per l’occupazione e per l’ambiente. Ricordiamo che l’essenziale di questo progetto è far circolare le merci sui binari e limitare il traffico dei mezzi pesanti, altamente inquinanti. E ricordiamo che si tratta di un progetto europeo, no soltanto franco-italiano. Poi naturalmente si può sempre discutere e dialogare. Mi sorprende che questa coalizione, eletta anche per mettere fine agli sprechi, pensi di buttare via un miliardo e mezzo di euro già spesi, 23 chilometri di tunnel già scavati e anche 800 posti di lavoro. Non portare a termine questo cantiere sarebbe il più grosso degli sprechi. Non mi pare coerente.

stéphane guggino

Poi c’è anche la questione della credibilità.
Sicuro. E del prezzo da pagare. Quando si costruisce un progetto tra partner – in questo caso Francia, Italia e Europa – è difficile immaginare che ci si possa ritirare unilateralmente dal progetto senza rispettare gli impegni. Mi pare ovvio che ci saranno somme da rimborsare, soldi per chiudere i cantieri e ripristinare le aree, licenziamenti da fare.

Leggi sull’argomento: Contratto Lega-M5S, il MoVimento diventa Nì-TAV

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