La storia dell’INPS che ruba 36 miliardi di TFR

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-04

 L’Inps avrebbe dovuto far fruttare i soldi per consegnare una mini-rendita ai lavoratori, una volta in pensione, ma ha utilizzato quei soldi come un bancomat e di una trentina di miliardi si è addirittura persa la traccia. Gli italiani interessati sono 3,3 milioni. Non perderanno la loro liquidazione: i soldi li metterà lo Stato

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Libero oggi apre con la storia dell’INPS che ruba 36 miliardi di trattamento di fine rapporto (TFR) degli italiani. La storia è questa: nel 2007 il governo Prodi ha tolto il Tfr dei dipendenti alle aziende destinandolo all’Inps che in 12 anni  ha raccolto 68 miliardi. L’Inps avrebbe dovuto far fruttare i soldi per consegnare una mini-rendita ai lavoratori, una volta in pensione. L’ente tuttavia ha utilizzato quei soldi come un bancomat e di una trentina di miliardi si è addirittura persa la traccia. La Corte dei Conti ha chiesto chiarimenti, ma né i ministeri dell’Economia e del Lavoro né l’Inps hanno saputo dare risposte. Gli italiani interessati sono 3,3 milioni. Non perderanno la loro liquidazione: i soldi li metterà lo Stato. Solo che diventeranno nuovo debito pubblico.

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L’INPS e il fondo sul TFR (Libero, 4 ottobre 2019)

Insomma, la storia dell’INPS che ruba il TFR è piuttosto esagerata e a dirlo è lo stesso Libero:

D’altronde il governo Prodi aveva etichettato le quote Tfr come entrate, non come passività. Capite? Avevano già intenzione di spendere e spandere gli stipendi deilavoratori… Una beffa senza eguali, considerando la perdita di liquidità che hanno subìto le aziende dopo la riforma di 12 anni fa. Di punto in bianco hanno rinunciato, appunto, a 68 miliardi. Finiti a ingrassare le casse bucate dell’Inps e sottratte al ciclo economico. Per le imprese il danno non è  comunque terminato: quando un occupato si congederà dal lavoro causa età, sarà lo stesso imprenditore che dovrà anticipare la liquidazione al dipendente. Sì, poi potrà chiedere un conguaglio sui contributi dovuti per gli altri lavoratori ancora attivi. Ma se la società dovesse chiudere? O se l’azienda non avesse debiti nei confronti dell’Inps? Di fatto la restituzione del Tfr al dipendente sarà un’altra tassa.

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