L’infermiera che ha dato un cellulare a un detenuto per fare sesso al telefono

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-04

La donna è un’infermiera di Mogliano e lavora nella casa circondariale come operatrice mentre Viganò è lì da due anni e svolge anche lavori per i detenuti. Così ha conosciuto l’infermiera

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Un’infermiera in servizio nella casa circondariale di Santa Bona a Treviso è indagata per aver dato un telefono cellulare al detenuto Andrea Viganò, finito in carcere per reati contro il patrimonio tra cui – ultimi in ordine cronologico- dei tentati assalti ai bancomat. La storia la racconta oggi Il Gazzettino in un articolo a firma di Valentina Dal Zillo.

L’infermiera che ha dato un cellulare a un detenuto per fare sesso al telefono

Il quotidiano spiega che la donna ha dato il cellulare al detenuto “per poter restare in contatto ed entrare in intimità con lui anche al di fuori dell’orario di lavoro, oltre quelle sbarre”. La donna è un’infermiera di Mogliano e lavora nella casa circondariale come operatrice mentre Viganò è lì da due anni e svolge anche lavori per i detenuti. Così ha conosciuto l’infermiera con la quale ha avuto un rapporto che è durato da maggio a giugno dell’anno scorso.

I due, secondo l’indagine, hanno passato ore e ore al telefono soprattutto di notte fino a quando gli agenti della polizia penitenziaria della casa circondariale guidate da Andrea Zema non hanno scoperto che tra i due c’era qualcosa che sfugge alle normali regole del carcere. .La procura l’ha indagata per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. «Chiunque – recita il codice penale – non osserva un provvedimento legalmente dato dall’autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda».

Viganò, originario di Seregno in provincia di Milano,  era stato arrestato nel 2016 per un assalto con l’esplosivo al bancomat della Friul Ovest Banca di Zoppola.

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