Cosa c’è nell’indagine su Paolo Savona

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-07-21

Perché il ministro dell’Economia è accusato di usura. Da dove parte l’inchiesta della procura di Campobasso. E perché è un problema più politico che giuridico

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Ieri è circolata la notizia dell’indagine su Paolo Savona e altri ventidue dirigenti ed ex dirigenti del colosso bancario Unicredit, tutti accusati di aver applicato, per undici anni (dal 2002 al 2013), tassi di interesse usurari nei confronti della Engineering Srl, società in liquidazione costruttrice di parchi eolici in Molise, Puglia e Campania.

Cosa c’è nell’indagine su Paolo Savona

L’indagine, ha spiegato la procura di Campobasso, è un atto dovuto perché i vertici delle banche hanno una responsabilità oggettiva per il compito di vigilanza e a causa della proroga di indagine chiesta dal pubblico ministero Rossana Venditti mentre il ministro degli Affari Europei ha spiegato che il suo incarico era «non competente in materia di tassi di interesse».  Il presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani ieri ha ricordato che di casi del genere è piena la storia del settore creditizio italiano visto che si pensa erroneamente «che un amministratore sappia quale tasso la sua banca debba applicare ogni mattina».  “La Cassazione penale impone di indagare i vertici della banche per via del loro ruolo di controllo e garanzia”, ha invece spiegato l’avvocato Luigi Iosa, legale della società Engineering srl.

paolo savona
Paolo Savona, ministro dell’Economia proposto dalla Lega

L’indagine, racconta oggi Repubblica, è nata da un esposto di 21 pagine scritto per conto della Engineering proprio dall’avvocato Iosa  dell’associazione “Sos utenti”, e consegnato alla procura di Campobasso nel giugno di un anno fa. All’esposto era allegata la perizia del revisore contabile Raffaele Ranucci fatta sui quattro conti correnti della società, aperti presso Rolo Banca 1473, poi confluita in Unicredit. La perizia sostiene che tra il 2002 e il 2013 la banca ha applicato alla Engineering tassi superiori alla soglia di usura per trentanove trimestri (su undici anni totali) per quattro conti correnti. Nominalmente erano sotto la soglia di usura, ma sommando tutti i costi sostenuti dall’azienda per i crediti aperti (la Commissione di massimo scoperto, ad esempio), il tasso sforava.

L’accusa di usura per Paolo Savona

Sempre Repubblica spiega che nel terzo trimestre 2006 il tasso effettivo applicato sul conto numero 1541859 arrivò al 23,21 per cento, quando il tasso soglia era al 14,3 per cento; nel terzo trimestre del 2012, per il conto numero 1368150, addirittura salì al 34,30 per cento, con la soglia di usura al 16,4. «I calcoli sono stati effettuati attenendosi alle istruzioni della Banca D’Italia», scrive Ranucci, quantificando in un milione di euro l’indebito arricchimento ai danni della Engineering. Il tasso dell’usura è fissato da una legge del 1996, i criteri per calcolarlo sono stabiliti dalla Banca d’Italia: impongono che si debbano considerare tutti i costi sostenuti dall’utente, al netto delle imposte. Molte denunce in questi anni sono arrivate alle procure di tutta Italia sul tema, ma con scarsi risultati. Tra gli assolti eccellenti c’è anche Gianpiero Fiorani, ex dominus della Banca Popolare di Lodi.

di maio no indagati

Il Fatto invece ricorda che un mese fa lo stesso Savona venne archiviato dal GIP di Cagliari in seguito a una denuncia della Edil Tl per un caso analogo. Invece a Vallo della Lucania (Salerno) nel 2013 il pm Alfredo Greco ottenne il rinvio a giudizio di Mussari e Vigna per i presunti tassi usurai applicati dalla filiale di Agropolidi Mpsa un commerciante di mobili. Il processo si è concluso a fine 2017 con l’assoluzione dei due ex supermanager. C’è stata però una sentenza di condanna in primo grado, non definitiva,dei verticidi unapiccola banca di credito cooperativo delle Marche. Per il governo Lega-M5S è più un problema politico: Di Maio e i suoi avevano fatto circolare un banner in cui sostenevano che l’esecutivo fosse privo di indagati: ieri, intervistato dal Fatto, gli è sfuggito di dire che sapeva dell’indagine nei confronti di Savona. Non è una novità. Anche stavolta faranno finta di niente.

Leggi sull’argomento: A cosa serve la sceneggiata di Di Maio sull’ILVA

 

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