Imane Fadil e la pista del cobalto ionizzato

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-03-18

Il quadro clinico della modella trentaquattrenne è compatibile con la morte per avvelenamento e il cobalto ionizzato è una sostanza radiante. Gli esami e la testimonianza sul siriano che la contattò per offrirle soldi

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Il cobalto ionizzato, altamente radioattivo, spunta nel caso di Imane Fadil, la modella testimone delle notti di Silvio deceduta il primo marzo scorso, forse per avvelenamento. Che Imane Fadil sia stata avvelenata dal cobalto rimane un’ipotesi in attesa di conferma, mentre di certo nel corpo della supertestimone dei processi Ruby  sono stati trovati solo 0,7 microgrammi per litro, quando il livello di tossicità del cobalto è 40.

Imane Fadil e la pista del cobalto ionizzato

Il quadro clinico della modella trentaquattrenne è compatibile con la morte per avvelenamento e il cobalto ionizzato è una sostanza radiante. Imane è risultata negativa anche ai test sui veleni più comuni, rilevano gli esami effettuati dal centro specializzato di Niguarda, e dunque dopo aver escluso il lupus e la presenza di veleni comuni compreso l’arsenico gli esperti cercano sostanze radioattive.

Domenico Leggiero, responsabile dell’Osservatorio militare che dal 1999 si occupa di uranio impoverito, dice al Messaggero che «questa tipologia di intervento sporco viene utilizzato dai servizi segreti dell’Est, che normalmente utilizzano polonio o altre sostanze radianti. Per due motivi. Il primo è che si tratta di un marchio di fabbrica, un linguaggio in codice. E poi perché questo tipo di sostanze non ha un effetto immediato e l’omicidio lento nel tempo consente di mascherare ogni traccia e possibile identificazione del colpevole». Secondo il Fatto saranno le analisi sul rene quelle decisive:

Difficile fare analisi attendibili sul sangue, che è stato “lavato”dalle trasfusioni realizzate negli ultimi giorni di vita della ragazza. Più utile, dicono gli specialisti, sarà analizzare il rene, organo “spugna”. Si aspettano intanto gli esiti definitivi di un test su campioni biologici, per rilevare l’eventuale presenza di elementi radioattivi.

L’AUTOPSIA potrà essere fatta prevedibilmente non prima di mercoledì o giovedì. La Procura ha dato disposizioni che intanto il corpo della modella resti chiuso in una delle stanzette dell’obitorio.

Le radiazioni oltre i limiti

Gli esami sulla presenza nel sangue di metalli, rivelati ieri dal Corriereattestano i seguenti valori: «Cobalto 0,7 microgrammi al litro («Il livello di tossicità è considerato 40 — spiegano i medici — e sotto i 10 non è mai trattato con cure mediche»); Cromo 2,6 («Il livello di tossicità è considerato 800»); Molibdeno plasmatico 2,6 («Non ci sono livelli di guardia fissi perché non ci sono casi di tossicità acuta noti»); Nichel 2,8 («Il livello di tossicità è almeno 100 volte superiore»); Antimonio plasmatico 3 («Non ci sono livelli di guardia fissi perché non ci sono casi di tossicità acuta noti»); Cadmio 1,2 («Fino a 1,5 è nella norma»), come dentro la soglia risultano tutti gli altri valori rimanenti». Per il Centro Antiveleni di Pavia non sono presenti — in sintesi — livelli tossici.

Invece Souad Sbai, che su Twitter sabato aveva accusato “una certa diplomazia” per la morte della ragazza, spiega a Repubblica quello che voleva dire:

È successo anche a lei?
«Sì nel 2010. hanno tentato di avvelenarmi con cristalli di acido, ho passato l’inferno, mi sono salvata, Ma parliano di Imane. Chiedo alla magistratura italiana e anche al re del Marocco di fare chiarezza».

Che c’entra il re del Marocco?
«Ci sono delle responsabilità che vanno ricercate nell’ambiente dell’alta diplomazia marocchina con cui Imane lavorava. Io seguo queste storie dal 2010. Di ragazze marocchine bellissime, come Ruby, come lei, in questi anni in Italia ne sono arrivate tante ed è facile immaginare a fare cosa. Incontri, filmini, ricatti. Non è successo solo a Berlusconi. Lui è conosciuto e la sua storia è venuta fuori ma di persone di alto livello ne sono state ricattate e minacciate tante. Probabilmente Imane si era tirata indietro, era diventata un problema e l’hanno eliminata. Ma non c’è solo lei».

La storia del siriano che la contattò

Nella storia di Imane Fadil intanto riemerge il racconto dell’italo-siriano che la contattò chiedendole di ritrattare tutto quello che aveva detto su Berlusconi in cambio di soldi. Il Fatto pubblica i verbali dell’interrogatorio con Sangiuliano:

Teste Fadil – Mi recai da un legale per avere della consulenza riguardo a […] lo scandalo, riguardo il fatto che io figuravo tra le 33 donne del Presidente. Era il 2011. Questo avvocato mi propose semplicemente di incontrare una persona che conosceva lui, dicendomi che questa persona faceva da tramite ad Arcore, per avere un incontro ad Arcore. Io inizialmente lo guardai un p o’basita… Al che questo avvocato mi dice: “Organizzo l’appuntamento così parlate direttamente”. Dopo un paio di giorni mi presentai in ufficio da questo avvocato e c’era questo signore straniero. Mi fece delle domande, che io adesso non ricordo benissimo, tra cui se pensavo di avere comunque il telefono sotto controllo. Allora lui mi dice: “Noi ci sentiremo per organizzare l’incontro ad Arcore, però comunque tu non devi chiamarmi col tuo numero sul mio telefono”. La seconda volta che lo vidi, lo vidi a Linate: è stata la volta che mi diede il telefono con la tessera. […] Io sono andata dall’avvocato Peronace per chiedere consulenza legale, per chiedere come potevo procedere per iniziare a difendermi: lui divagava, io non sapevo neanche cosa volesse dire“costituzione di parte civile”… ho visto le due ragazze, Chiara e Ambra, in Tribunale… e poi venni a sapere che questo avvocato seguiva le gemelle De Vivo, allora insomma mi si è acceso un lumino. […]

Pm Sangermano – Questo signore come si presenta?

Teste Fadil – Inizialmente m’ha detto Marco (Saed Ghanaymi, ndr).

Pm Sangermano– E poi vi incontrate dove?

Teste Fadil – A Linate. Lui mi disse: “Onde evitare che comunque ci veda qualcuno”… aveva dei comportamenti ambigui, strani… come avesse da nascondere qualcosa, ecco. […] Mi diede una scheda e un apparecchio. […] E mi disse anche che la scheda era di una persona deceduta.

Pm Sangermano – Avete avuto dei contatti su questo cellulare?

Teste Fadil – Sì. Lui mi chiamava…le volte che organizzava l’incontro ad Arcore mi chiamava e mi diceva di prepararmi, di prendere un taxi,di andare. La prima volta me lo disse normalmente, la seconda volta anche, poi… […]

Pm Sangermano – Cioè, la invogliava ad andare ad Arcore? A che cosa serviva questo incontro ad Arcore?

Teste Fadil – Eh, per soldi, dovevo andare all’incontro ad Arcore per dei soldi. […]

Leggi anche: Imane Fadil è stata davvero avvelenata da sostanze radioattive?

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