I morti fantasma del Coronavirus

Sono decine, secondo testimonianze di operatori sanitari, le persone che muoiono in casa. Ma ce ne sono tanti che non ce la fanno durante il trasporto verso il pronto soccorso. O altri che giunti a destinazione, pur in condizioni critiche, vengono lasciati su letti improvvisati

I morti in Lombardia aumentano (ieri i decessi totali sono arrivati a 2168) ma di questi, spiega oggi Davide Milosa sul Fatto, solo 260 sono avvenuti nelle terapie intensive, il che equivale al 13% del totale, il resto si è verificato altrove: al pronto soccorso, ad esempio, magari su un letto di fortuna, nei reparti ordinari o in casa in attesa di un’ambulanza che non arriverà mai.



Questo significa che nel momento in cui le condizioni degenerano l’87% dei deceduti lombardi non è riuscito nemmeno ad arrivare alle terapie intensive. La zona più colpita è quella di Bergamo con oltre un quarto dei decessi. Qui, per i sindaci della zona, i numeri ufficiali sono al ribasso. In Valseriana, spiegano gli amministratori pubblici, c’è un tasso di decessi fino asette volte superiore rispetto al marzo del 2019.

Morti fantasma, dunque. Vediamolo in diretta. Il telefono squilla, il 118 raccoglie la telefonata che recita: “Ho un parente che sta male, fatica a respirare, non ha ancora fatto il tampone”. La chiamata viene raccolta. Si vorrebbe partire subito per il domicilio, ma di questi tempi le attese durano troppo. Anche sette ore. Fino a che la stessa persona, che nel nostro caso telefona dalla provincia di Bergamo, richiama per avvertire: “Lasciate stare, è deceduto”. Lo si sussurra, non ci si arrabbia nemmeno più né si minacciano vie legali per il ritardo, solo si prende atto e anzi si consiglia all’operatore di liberare l’ambulanza per altri casi. Oggi con i morti di Covid-19 va così.



Il Coronavirus in Lombardia (fonte grafico)

Ieri in regione sono stati 209. Nella provincia di Bergamo dall’inizio sono oltre 600. Qui il virus dal focolaio di Alzano ha galoppato senza ostacoli. Tanto che ancora ieri i mezzi dell’esercito hanno portato oltre 60 salme fuori dalla provincia per farle cremare. Era già successo giovedì, con venti camion in fila, una foto che rimarrà nella storia di questa pandemia. Sono decine, secondo testimonianze di operatori sanitari, le persone che muoiono in casa. Ma ce ne sono tanti che non ce la fanno durante il trasporto verso il pronto soccorso. O altri che giunti a destinazione, pur in condizioni critiche, vengono lasciati su letti improvvisati in attesa che qualcosa si liberi negli altri reparti.

Il rischio di finire travolti dai cadaveri ora lo si vede anche a Milano: ieri, i casi totali erano 3.278. Tutti questi morti, conclude il Fatto, non rientrano nelle statistiche ufficiali. Sono i fantasmi della nuova Sars. E del resto, come spiegato in diversi studi internazionali, per ogni caso di contagio conclamato almeno cinque sfuggono alla rete dei contatti. Tanti malati invisibili, altrettanti possibili decessi.



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