I militanti di Forza Nuova tentano di bruciare la bandiera dell’Europa (ma non ci riescono)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-10

“È il fuoco della speranza che si riaccende solo con segni concreti di insorgenza nazionale: per la sovranità contro il ricatto e l’usura!”, dicono. Ma il vessillo è ignifugo e devono accontentarsi di strapparlo

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In questo video rimbalzato su Twitter da La Provincia di Biella possiamo ammirare tre militanti di Forza Nuova che tentano di bruciare la bandiera dell’Europa ma non ci riescono perché, come sappiamo da quando ci provò un brexiter qualche anno fa rimediando una figura barbina, è ignifuga. Il giornale pubblica il comunicato stampa del coordinamento Regione Piemonte e Valle d’Aosta di Forza Nuova: ““Oggi Forza Nuova, pur rispettando le dovute precauzioni antivirus, ha inteso evadere momentaneamente violando la quarantena che tutto ha fermato, dal lavoro alla Messa, bruciando l’effigie di questa impossibilità di futuro: la bandiera azzurra con le stelle gialle. Bandiera che rappresenta il ricatto del ricorso all’usura del MES, il “siamo tutti italiani” della Von der Leyen che ricorda le lacrime ipocrite della Fornero, bandiera ammainata da molti sindaci e ormai odiata dalla maggioranza degli italiani perché simbolo di miseria garantita per volontà di uno strapotere straniero”.

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Qualche giorno fa in giro era stato proposto un flashmob sovranista con lo stesso obiettivo: nell’occasione abbiamo ricordato che  il leader di Casapound Simone Di Stefano nel 2013 venne condannato a una pena di tre mesi di reclusione e 100 euro di multa per aver cercato di sostituire la bandiera dell’Unione europea con il tricolore. Di Stefano era stato arrestato all’epoca con l’accusa di furto aggravato. Davanti al tribunale decine di militanti di Casapound si erano riuniti per chiedere la liberazione del vicepresidente, sventolando numerose bandiere tricolore e scandendo slogan contro il governo ed i partiti, le cui sedi “sono piene di corrotti e massoni”. Esposto anche uno striscione con scritto “Alcuni italiani non si arrendono”. Il difensore di Di Stefano, l’avvocato Domenico Di Tullio, fuori dall’aula aveva spiegato: “Il mio assistito ha anche fatto ritrovare la bandiera. Il suo è stato un gesto dimostrativo nell’ambito di una manifestazione assolutamente pacifica”. Per questo il giudice monocratico Carlo Sabatini aveva concesso le attenuanti: per la vicenda il pm Simona Sgro aveva chiesto sei mesi di reclusione e 180 euro di multa.  Tuttavia, nel 2018 il tribunale di Agrigento ha ritenuto che il gesto di un soggetto che aveva esposto una bandiera dell’Unione Europea, con disegnata al centro una svastica nazista, sulla ringhiera di un molo di Lampedusa, non costituisse reato.

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