I complotti incrociati tra l’attacco missilistico iraniano e il Boeing caduto a Teheran (bonus: il terremoto)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-01-08

Insospettabili investigatori dell’occulto hanno già risolto il caso del volo PS752 della Ukraine Airlines precipitato poco dopo il decollo dall’aeroporto di Teheran: è stato colpito dai missili lanciati ore prima verso l’Iraq da una base iraniana

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Questa notte l’Iran ha sferrato un attacco missilistico contro alcuni obiettivi militari in Iraq, a Erbil e Al Asad, dove si trova una base area. Qualche ora dopo un aereo ucraino, un Boeing 737-800 della Ukraine Airlines si è schiantato poco dopo il decollo dall’aeroporto internazionale di Teheran Imam Khomeini. Come al solito c’è stato chi ha messo in correlazione i due eventi, spiegando che l’aereo precipitato con 180 persone a bordo per un “misterioso incidente” è in realtà stato colpito da un missile.

Quelli che dicono che il Boeing della Ukraine Airlines è stato abbattuto per errore durante l’attacco

Ne sembra convinto ad esempio il Vice capogruppo Vicario Forza Italia Senato Lucio Malan che su Twitter ha scritto che «vari elementi dicono che l’aereo ucraino schiantatosi presso Teheran sarebbe stato colpito in volo da missili , proprio quando l’ Iran lanciava l’attacco contro le basi USA in Iraq». Non è molto chiaro se il senatore di FI stia sostenendo che l’aereo sia stato colpito per errore dai missili iraniani o sia stato abbattuto per rappresaglia. I dati di fatto però parlano chiaro. L‘attacco iraniano è iniziato alla stessa ora in cui venerdì scorso è stato ucciso il generale Qassem Soleimani: all’1.20 di notte ora locale (mezzanotte circa in Italia).

 

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I missili sono stati lanciati dalla base missilistica che si trova nella provincia di Kermanshah a circa cinquecento km dalla capitale Teheran. L’obiettivo non poteva certo essere confuso con la capitale iraniana. Inoltre l’attacco, durante il quale sono stati impiegati missili balistici, è avvenuto qualche ora prima dello schianto del Boeing 737 800 che è precipitato pochi minuti dopo il decollo, intorno alle 3 del mattino in Italia ovvero circa alle 6:15 dell’ora di Teheran.

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Che ci possa essere un collegamento diretto tra i due eventi (vale a dire un missile andato fuori bersaglio) pare impossibile. Che non si sia trattato di un incidente invece non è possibile dirlo ora, le autorità ucraine hanno annunciato che chiederanno un’inchiesta indipendente, Teheran da parte sua ha detto che non consegnerà le scatole nere con le registrazioni di volo.

Il complotto del terremoto usato per coprire un test nucleare usato per coprire l’attentato dal Boeing

Non ci sono però al momento elementi sufficienti per dire che si sia trattato di un attentato o di un attacco deliberato. Quello che è certo è che il missile che sbaglia traiettoria e colpisce l’aereo durante un attacco alle basi USA non c’è.

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Così come appare piuttosto fantasiosa l’idea di collegare l’attacco missilistico e l’aereo precipitato ad una scossa di terremoto (che pure c’è stata) di magnitudo 4.5 gradi della scala Richter. Ancora una volta c’è chi sostiene che tra questi tre eventi ci sia una qualche correlazione.

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Ma il sisma – il cui epicentro è localizzato a una profondità di 9 km tra le città di Borazjan e di Bushehr – è avvenuto alle 5:50 del mattino locali (2:50 in Italia), quindi dopo l’attacco missilistico. Ma le cose si fanno più complicate perché c’è chi ipotizza si sia trattato di un esperimento nucleare sotterraneo svolto in tutta segretezza. Il problema è che il programma nucleare iraniano non sembra essere a livello così avanzato da poter già effettuare test con non meglio precisati ordigni atomici.

La spiegazione più esaustiva dell’intrico di complotti è quella che dà un anonimo utente il cui – lunghissimo – commento è stato pubblicato dalla pagina Facebook Madonna che Pippone, oh. In breve (molto in breve) secondo il complottista di turno a bordo dell’aereo precipitato c’era il misterioso “spione iraniano” che ha passato agli USA (con il beneplacito di alcuni “Ayatollah deviati”) le informazioni circa la presenza di Soleimani in Iraq la settimana scorsa. Un testimone scomodo di un accordo sottobanco tra quelli che tutti ritengono essere due paesi nemici ma che in realtà stanno solo giocando una parte già scritta di comune accordo. Quando la realtà è troppo noiosa c’è chi lavora di fantasia.

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