Attualità
L’hater di Mattarella che si pente e chiede scusa
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-11-10
La signora Eleonora Elvira Zanrosso, bolognese di 68 anni, è una delle nove persone nei confronti delle quali la procura di Palermo ha chiuso le indagini contro gli odiatori del web
La signora Eleonora Elvira Zanrosso, bolognese di 68 anni, è una delle nove persone nei confronti delle quali la procura di Palermo ha chiuso le indagini contro gli odiatori del web. L’unica che, saputo dell’inchiesta contro gli hater (che nel 2018 si scatenarono contro Mattarella, durante la formazione del Governo), è volata in Sicilia per farsi interrogare dal pm Gery Ferrara. Oggi, scrive l’edizione bolognese di Repubblica, è pentita dell’accaduto e chiede scusa:
E proprio al magistrato ha spiegato che quando scrisse quella frase: “Ti hanno ammazzato il fratello, cazzo… non ti basta”, in realtà si era fatta prendere la mano. Al pm ha spiegato che si è trattata di «una bestialità», che era stata «contagiata» dall’odio scatenatosi in rete: «Era un periodo molto caldo, in cui gli animi erano surriscaldati proprio da alcuni parlamentari Cinquestelle». La signora, sposata con un direttore di banca e madre di due figlie ormai adulte e affermate, era una simpatizzante del Movimento e dietro alla tastiera non è riuscita a resistere: «C’era Grillo che gridava da una parte. Di Battista che dall’altra diceva “prepariamoci tutti a scendere in piazza… Buttiamo giù il Governo”, era un tam tam tremendo».
E lei ha partecipato al coro: «Uno tante volte non legge neanche i commenti sopra, vede il post pubblicato e si lancia in un commento». Zanrosso non ci ha visto più soprattutto quando ha letto che Mattarella aveva incontrato Berlusconi. Da qui il post nel quale scriveva «non ti è bastata la fine di tuo fratello». Il ragionamento voleva mettere assieme la morte di Piersanti Mattarella (fratello del Presidente) ucciso dalla mafia e l’incontro con un politico indagato per fatti di mafia.
. Nei giorni successivi, a sua volta, Zanrosso è stata pesantemente insultata sul social, fino ad essere costretta a cancellare l’account di Facebook: «Mi hanno uccisa, alla mia età ho capito veramente cosa è la gogna mediatica». Ora rischia un processo con l’accusa di “attentato alla libertà, offesa all’onore e al prestigio proprio del Presidente della Repubblica”, nonché “l’istigazione a delinquere”. Reati che prevedono pene complessive che possono arrivare a 15 anni.
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