«Lasciati morire a Pasqua dall’Europa»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-12

La situazione di pericolo era stata segnalata da Alarm Phone che aveva chiesto l’intervento del Commissario europeo per i diritti umani “per chiarire che i diritti delle persone salvate in mare devono essere garantiti a prescindere da quale sia la nave che li soccorre”. Intanto a Pozzallo nel pomeriggio è stato completato lo sbarco di 101 migranti arrivati con un gommone intercettato dalla Capitaneria e trainato in porto

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“250 persone erano alla deriva da sabato su quattro gommoni” che avevano a bordo un numero tra 47 e 85 persone e una di queste imbarcazioni si è capovolta: “Lasciati morire soli nel giorno di Pasqua da un’Europa che parla a vuoto di solidarietà verso le persone che soffrono”. La denuncia è di Sea Watch e parla dell’affondamento di un gommone tra Tripoli e Malta. Proprio nel giorno in cui nell’omelia della messa della Resurrezione Papa Francesco ha pregato perché Cristo “riscaldi il cuore delle tante persone rifugiate e sfollate, a causa di guerre, siccità e carestia” donando “protezione ai tanti migranti e rifugiati, molti dei quali sono bambini, che vivono in condizioni insopportabili, specialmente in Libia e al confine tra Grecia e Turchia”.

«Lasciati morire soli a Pasqua dall’Europa»

Un appello che per Sea Watch non è stato ascoltato: la situazione era già stata segnalata da Alarm Phone che aveva chiesto l’intervento del Commissario europeo per i diritti umani “per chiarire che i diritti delle persone salvate in mare devono essere garantiti a prescindere da quale sia la nave che li soccorre”. Intanto a Pozzallo, nel ragusano, nel pomeriggio è stato completato lo sbarco di 101 migranti arrivati con un gommone intercettato dalla Capitaneria e trainato in porto. I migranti, tutti uomini provenienti da Eritrea, Somalia, Ciad, Sudan e Bangladesh tra cui molti minori, stanno bene e sono stati trasferiti in una struttura di accoglienza tra Comiso e Chiaramonte dove saranno controllati anche dalle forze dell’Ordine. Nell’hotspot locale, infatti c’è un egiziano in quarantena per il Covid-19 tra i 50 ospiti.

sea watch gommone

I 101 migranti approdati a Pozzallo a bordo di un gommone saranno trasferiti nell’ex centro di sperimentazione agricola della Regione siciliana “San Pietro”, struttura tra Comiso e Ragusa, che già in passato è stata allestita per fare fronte all’emergenza sbarchi. L’ultima volta è stato 6 anni fa quando all’epoca in Sicilia erano sbarcati 1200 migranti e nel giro di pochi giorni venne attrezzato per ospitare 300 persone. La struttura è di proprietà della Regione siciliana dove un progetto europeo aveva stabilito la sperimentazione di alcune varietà agricole. I migranti dovrebbero passare nel Centro la quarantena. “Adesso bisogna studiare una nuova azione per affrontare il cambio di strategia degli scafisti, ha detto il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, “e l’idea di una nave militare al largo capace di accogliere e controllare da un punto di vista sanitario i migranti potrebbe essere la soluzione migliore”. Proprio quella di una nave per la quarantena potrebbe essere la soluzione per i 156 migranti soccorsi dalla Alan Kurdi, che non sbarcheranno in un porto italiano. Con il supporto della Guardia costiera, si sta cercando una nave su cui trasferirli per i controlli della Croce Rossa italiana e delle autorità sanitarie locali. La nave della ong tedesca Sea Eye si trova al largo delle coste occidentali della Sicilia. Da fonti del Viminale si apprende che il governo non ha fatto mancare l’assistenza umanitaria ai migranti a bordo della Alan Kurdi, nello spirito di solidarietà già mostrato in tutte le altre precedenti occasioni”, e che, in questi giorni, sono in corso contatti continui con il ministero dell’Interno tedesco, che ora ha manifestato la concreta disponibilità ad una loro ricollocazione, dopo un iniziale rifiuto di accoglierli. Intanto il leader leghista, Matteo Salvini, attacca il governo. “Italiani chiusi in casa, immigrati già arrivati in Sicilia col virus e, anche oggi, clandestini liberi di sbarcare. Basta!”, ha twittato.

I 101 sbarcati a Pozzallo

Da 32 sindaci dell’Agrigentino è stata inviata una lettera al premier, Giuseppe Conte, per sollecitare “tutte le misure utili e le strutture necessarie per l’accoglienza e la sicurezza dei migranti nel rispetto delle norme restrittive per il contenimento del Coronavirus”. “Alle persone che arrivano vanno garantite accoglienza, sostegno, cure adeguate e tamponi mettendo in tal modo al sicuro la salute degli operatori e delle comunita’ che li ospitano”, si legge. I sindaci agrigentini, come ha già fatto il presidente della Regione Nello Musumeci, chiedono una “nave accoglienza da ormeggiare in rada per permettere ai migranti di poter fare la quarantena in sicurezza prima che raggiungano i luoghi di destinazione europei”.

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Un gruppo di 26 tra senatori, deputati e parlamentari italiani ed europei ha lanciato un appello a Conte: “Presidente Conte, noi che abbiamo aderito a questo appello e che sosteniamo il suo governo la imploriamo, nel giorno di Pasqua, di fare presto, di soccorrere chi ha bisogno di essere soccorso in mare. Ci giungono notizie di un naufragio, di natanti con il loro carico di umanità che disperatamente tentano di raggiungere le coste europee. Al governo italiano chiediamo di intervenire prima che sia troppo tardi”. Hanno finora aderito, riferisce una nota, i senatori Gregorio De Falco, Loredana De Petris, Davide Faraone, Elena Fattori, Francesco Laforgia, Paola Nugnes, Francesco Verducci, Sandro Ruotolo, i deputati Lorenzo Fioramonti, Nicola Fratoianni, Alessandro Fusacchia, Riccardo Magi, Gennaro Migliore, Rossella Muroni, Enza Bruno Bossio, Matteo Orfini, Erasmo Palazzotto, Luca Pastorino, Giuditta Pini, Fausto Raciti, Luca Rizzo Nervo, Doriana Sarli, Massimo Ungaro e gli europarlamentari Massimiliano Smeriglio, Pietro Bartolo e Pierfrancesco Majorino. Anche Matteo Renzi su Twitter scrive: “Nel silenzio dei più ci sono gommoni di disperati in mezzo al Mediterraneo. L’Italia che conosciamo non chiude i porti: va a prendere e salva questi nostri fratelli. Poi impone la quarantena di 2 settimane. Ma in un porto. Vivi. Perché i porti non si chiudono, mai #RestiamoUmani”.

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