Il focolaio nel foggiano con il medico ospedaliero positivo al Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-25

Nella provincia di Foggia a contrarre il virus è stato un nucleo familiare di cinque persone (anche in questo caso c’è un medico fra loro e lavora in un ospedale pubblico)

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In Puglia ci sono 13 nuovi contagi da Coronavirus: mai così tanti da fine maggio. A preoccupare sono soprattutto i rientri dall’Est mentre la Regione prepara un piano per chi arriva. I focolai sono stati segnalati nelle province di Foggia e Lecce mentre nel Salento un medico ospedaliero ha scoperto di essere positivo.

Il focolaio nel foggiano con il medico ospedaliero positivo al Coronavirus

E, come spiega oggi a Repubblica Bari il direttore generale dell’Asl, Rodolfo Rollo, il contagio ha riguardato poi sette persone. Nella provincia di Foggia a contrarre il virus è stato un nucleo familiare di cinque persone (anche in questo caso c’è un medico fra loro e lavora in un ospedale pubblico).

Negli ospedali la situazione è sotto controllo perché i cittadini che attualmente sono positivi al virus sono asintomatici o hanno sintomi lievi come la febbre. Un centinaio, invece, sono complessivamente le persone in quarantena perché hanno avuto contatti con i 13 nuovi casi di contagio. Numeri che inducono la task force regionale a non sottovalutare il rischio che il virus riprenda a circolare anche nella nostra regione. «Dobbiamo capire se è in che modo intervenire per prevenire questo pericolo», dice il capo del dipartimento Salute, Vito Montanaro. Adesso l’attenzione si concentra principalmente su coloro che rientrano in Puglia dall’estero, soprattutto dai paesi dove il Covid sta causando in queste settimane più contagi. E non un caso che ieri in prefettura sia stata convocata una riunione per fare il punto sulle misure precauzionali che possono essere adottate per rendere porti ed aeroporti più sicuri.

In questo momento preoccupano per esempio i rientri da paesi dell’Est europeo come l’Albania, dove la curva dei contagi sta salendo. Sono tanti i cittadini che per motivi di lavoro o familiare si spostano da una sponda dell’Adriatico all’altra. I controlli della temperatura o l’obbligo di giustificare il proprio spostamento sono le misure già adottate dal nostro Paese per ridurre al massimo il rischio di una diffusione del contagio.

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