I 93 contagiati nelle industrie alimentari mantovane

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-14

Quattro operai del macello del gruppo Inalca di Pegognaga sono stati trovati positivi al Covid-19 al termine dello screening compiuto dall’Ats Valpadana. Secondo l’Ats la fonte del contagio è da ricercarsi in ambito familiare e non nel luogo di lavoro

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Quattro operai del macello del gruppo Inalca di Pegognaga sono stati trovati positivi al Covid-19 al termine dello screening compiuto dall’Ats Valpadana sui 295 lavoratori, tra dipendenti diretti e delle cooperative impiegati all’interno. Lo scrive questa mattina la Gazzetta di Mantova. I quattro, tutti asintomatici, sono già stati posti in isolamento. Secondo l’Ats la fonte del contagio è da ricercarsi in ambito familiare e non nel luogo di lavoro. Il macello, infatti, avrebbe osservato tutte le misure previste dai protocolli anti-contagio.

I 93 contagiati nelle industrie alimentari mantovane

Sono sette finora i macelli nel Mantovano in cui l’Ats, nel suo screening a tappeto nelle industrie alimentari, ha trovato personale positivo al Covid, per un totale di 93 contagiati tra i lavoratori. Ieri il bollettino di Regione Lombardia sul Coronavirus aveva segnalato tre positivi nella provincia. Domenica invece le segnalazioni sui nuovi positivi avevano riportato un totale di 27 casi, facendo della provincia quella in cui l’incremento dei casi era il più alto nel territorio.

La stessa cosa era accaduta il 6 luglio scorso, quando erano emersi  i nuovi focolai che si sono sviluppati tra macelli e salumifici. Negli ultimi  giorni grazie a 1500 tamponi sono stati diagnosticati 54 nuovi casi, più altri quattro a Cremona e una dozzina a persone non residenti in Lombardia. Quasi tutti sono asintomatici o paucisintomatici (con pochissimi sintomi), solo due persone al momento sono ricoverate ma in situazioni non preoccupanti. I casi sono ricollegabili alla zona di Viadana (dove tra il 26 giugno e il 3 luglio sono state fatte 23 nuove diagnosi) e la vicina Dosolo, tra sei macelli e salumifici. Il totale ammontava a 68 contagi fra i lavoratori di due salumifici e tre macelli, dipendenti diretti o reclutati da cooperative, molti dei quali extracomunitari, riproducendo pari pari l’incubo che aveva spaventato la Germania appena finito il lockdown. L’ultimo cluster segnalato dall’Ats (Agenzia tutela salute) Valpadana, ha riguardato il salumificio Fratelli Montagnini di Viadana, dove il 5 luglio le squadre Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) sono intervenute per sottoporre a tampone 26 dipendenti, dopo che uno di loro era stato ricoverato in ospedale con febbre alta. Cinque sono risultati positivi, tra cui 3 lavoratori di una cooperativa. L’Ats ha predisposto ieri la chiusura dell’attività e oggi è stata effettuata la sanificazione. Sono così saliti mano a mano a 68 i lavoratori (non tutti residenti nel Mantovano), in gran parte asintomatici o con pochi sintomi, risultati contagiati in cinque macelli e salumifici tra Viadana e Dosolo, di cui due ricoverati in ospedale in condizioni che non sarebbero gravi. I tecnici della Ats hanno controllato il rispetto dei protocolli di sicurezza nelle aziende e al momento non risulterebbero violazioni. Il prefetto di Mantova Carolina Bellantoni, dopo una riunione del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, ha chiesto alle forze dell’ordine di intensificare l’attività di vigilanza e di controllo sulle misure di isolamento, invitando i sindaci ad attivare i presidi necessari per assistere le persone in quarantena.

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