La flat tax per i cittadini? Prima le imprese!

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-04

La Lega annuncia che dei due scaglioni promessi dal governo usufruiranno prima le aziende. Ma c’è un però…

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Il senatore della Lega Alberto Bagnai, che secondo molti giornali ha molte chances di diventare viceministro dell’Economia, oggi durante un’intervista ad Agorà ha detto che per la flat tax il governo Lega-M5S pensa a una doppia partenza: “Mi sembra che ci sia un accordo sul fatto di far partire la Flat tax sui redditi di impresa a partire dall’anno prossimo. E poi a partire dal secondo anno si prevede di applicarla alle famiglie”.

La flat tax per i cittadini? Prima le imprese!

Nel contratto di governo firmato da Lega e MoVimento 5 Stelle la questione fiscale viene affrontata così: «Il concetto chiave è “flat tax”, ovvero una riforma fiscale caratterizzata dall’introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni per garantire la progressività dell’imposta, in armonia con i principi costituzionali. In particolare, il nuovo regime fiscale si caratterizza come segue: due aliquote fisse al 15% e al 20% per persone fisiche, partite IVA, imprese e famiglie; per le famiglie è prevista una deduzione fissa di 3.000,00 euro sulla base del reddito familiare».

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Flat tax e dual tax: i risparmi sui redditi (Il Sole 24 Ore, 4 giugno 2018)

L’annuncio del senatore della Lega è però necessariamente monco, visto che ci sarà necessità di comprendere meglio cosa si intenda fare di preciso per le imprese: la flat tax in forma di dual tax che la Lega e il M5S hanno annunciato rappresenta qualcosa di diverso rispetto all’IRES attualmente in vigore che è calata nel 2014 dal 27,5% al 24%. Introdurre un sistema di due aliquote in luogo di quello attuale in cui ce n’è una sola non sembrerebbe tanto una semplificazione, anche se il calo dal 24 al 20 o al 15% in ogni caso converrebbe. Rimane comunque curiosa la decisione di cominciare con le imprese invece che con le famiglie, sempre indicate dalla Lega e dal M5S come i soggetti più tartassati.

Cos’è la flat tax?

La proposta della Lega sulla flat tax prevede l’introduzione di due aliquote fisse al 15% e al 20% per persone fisiche, partite Iva, imprese e famiglie. Oggi invece ci sono 5 aliquote e altrettanti scaglioni Irpef. Il primo scaglione comprende i contribuenti con un reddito compreso tra 0 e 15.000 euro l’anno. In questo caso l’aliquota Irpef è del 23%, che corrisponde – nel caso di massimo reddito per questa fascia, 15.000 euro – a una tassazione di 3.450 euro. Nella prima fascia sono ricompresi tutti i lavoratori che percepiscono un reddito non superiore a 1.250 euro. Il secondo scaglione Irpef è quello che comprende i redditi tra da 15.001 euro a 28.000 euro. L’aliquota riservata a questa fascia è del 27%, con una tassazione – nel caso di reddito più alto – di 6.960 euro. Sono rappresentati da tale categoria le persone con reddito mensile non superiore a 2.335 euro. È importante evidenziare che a partire dal secondo scaglione in poi (quindi in caso di reddito maggiore rispetto a quello con aliquota base), si applica l’aliquota successiva solo per la parte eccedente di reddito.

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Flat tax: come cambia il prelievo (La Stampa, 19 maggio 2018)

Il terzo scaglione di reddito è quello compreso tra 28.001 euro e 55.000 euro, per contribuenti con un reddito massimo di 4.583 euro. L’aliquota Irpef e’ fissata al 38% sulla soglia eccedente la seconda (ossia si applica il 38% solo per la quota di reddito che supera i 28mila euro, ai quali si applica l’aliquota precedente del 27%). In questo caso, la quota Irpef sarà pari a 17.220 euro in caso di reddito più alto. Il quarto scaglione Irpef coinvolge tutti i contribuenti da 55.001 euro a 75.000 euro, che presentano un reddito mensile non superiore a 6.250 euro. Per questi contribuenti, l’aliquota Irpef sulla quota eccedente il precedente scaglione e’ del 41% e di conseguenza l’onere fiscale più alto sarà pari a 25.420 euro. Oltre i 75.000 euro di reddito, ovvero per il quinto ed ultimo scaglione di reddito, l’aliquota Irpef è pari al 43%. I contribuenti facoltosi, che percepiscono un reddito annuo eccedente i 75 mila euro, ovvero oltre 6.250 euro mensili dovranno corrispondere 25.420 euro più il 43% sul reddito eccedente.

EDIT: Il leghista Armando Siri smentisce Bagnai ma conferma la tempistica riguardo la flat tax:

“Stiamo lavorando alla riforma fiscale più importante dal dopoguerra ad oggi e dunque servono i giusti tempi per incardinare l’iter normativo e per completare gli step di applicazione del provvedimento”. E’ quanto sottolinea Armando Siri in una nota. “La Flat Tax sarà realtà per le persone fisiche, per le società di persone e per le partite Iva già a partire dal prossimo anno con le modalità che saranno illustrate a tempo debito con la presentazione dei provvedimenti legislativi necessari e che comprenderanno anche le norme per la realizzazione della ‘pace fiscale'”, prosegue il senatore leghista.

Fino ad oggi – spiega Siri che è il padre della Flat Tax e lo stratega economico di Matteo Salvini – solo le società di capitali hanno la Flat Tax. “Poi per le famiglie cominceremo già dal 2019 con dei parametri che andranno a perfezionarsi nel 2020 fino a completarla”. La Flat Tax rinviata al 2020 per le famiglie, come ha annunciato il leghista Alberto Bagnai? “No – risponde Siri – non è corretto in questo modo. La cosa richiede complessità. Adesso preferisco non entrare nel merito perché altrimenti facciamo dei pasticci. Stiamo facendo la più grande riforma fiscale dal Dopoguerra ad oggi per cui se la semplifichiamo così diventa tutto strumentale”. Anche Siri si becca i rimbrotti di Marattin: “Dopo Bagnai che voleva inventare la flat tax sulle società di capitali – che esiste dal 1973 – arriva Siri che si inventa quella sulle società di persone e ditte individuali, che fu inventata da Renzi nella legge di bilancio 2016 e che entra in vigore quest’anno. Siamo fiduciosi che entro sera qualche altro leghista o penta stellato inventi l’Iva”

Leggi sull’argomento: Flat tax e dual tax: i risparmi sul reddito

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