Fisco, l’incrocio dei dati per la lotta all’evasione

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-16

La norma che permette il confronto degli archivi elettronici inserita nella legge di bilancio con l’obiettivo di recuperare 500 milioni l’anno

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Repubblica racconta oggi in un articolo a firma di Roberto Petrini  la norma che permette il confronto degli archivi elettronici inserita nella legge di bilancio con l’obiettivo di recuperare 500 milioni l’anno:

La misura, che consentirà di recuperare circa 500 milioni all’anno, sta all’articolo 86 della legge di Bilancio arrivata da poco al Senato: è la norma che dà, dopo anni di indugi, il disco verde all’incrocio ai fini di indagine tributaria tra i due grandi gruppi di banche dati fiscali del Paese, quella dei soldi e quella della tasse. In altre parole le banche dati delle denunce dei redditi, dei versamenti Iva e delle tasse sulla casa potranno essere messe a confronto con giacenze in conto corrente, fondi comuni, titoli vari e polizze vita. Per la prima volta, dalla nascita della banca dati dei rapporti finanziari, nel lontano 1991, queste informazioni saranno “scongelate” e aperte alla curiosità del Fisco.

Dal prossimo anno, se l’articolo 86 passerà indenne il percorso parlamentare, i grandi computer della Sogei, la società che gestisce i dati per l’amministrazione fiscale, potranno cominciare ad utilizzare l’Archivio dei rapporti finanziari che contiene 669 milioni di rapporti: 75 milioni di conti correnti, 115 milioni di carte di credito, 21 milioni di gestioni patrimoniali, 1,8 milioni di prodotti finanziari amministrati dalle assicurazioni. Ci sono anche quelle che burocraticamente vengono definite “operazioni ex conto”: sono 124 milioni di segnalazioni che indicano chi incassa un assegno circolare o cambia un assegno.

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L’incrocio dei dati per la lotta all’evasione (La Repubblica, 16 novembre 2019)

E la privacy?

Certo qualche problema è stata sollevato dal Garante. Ma il meccanismo di mining concepito dai tecnici del governo è abbastanza blindato: tutti i rapporti, finanziari, denunce dei redditi, partite Iva, sono agganciati al numero di codice fiscale, dal quale emergono naturalmente le generalità. Per evitare che qualcuno ficchi il naso nelle tasche altrui, i codici saranno trasformati in pseudonimi alfanumerici, con cui viaggeranno nei computer, e saranno svelati solo alla fine. Quando usciranno precise liste di contribuenti dai comportamenti sospetti pronti ad essere verificati e repressi.

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