Festa del lavoro: un milione in meno di posti stabili

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-30

Il tasso di occupazione è tornato a quando gli scatoloni della Lehman Brothers non erano nemmeno immaginati. Ma quel 58,6% – peggio di noi in Europa solo la Grecia – racconta storie diverse

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Nel decennio della grande crisi l’Italia ha perso e recuperato un milione di posti. Ma di fronte a un milione di occupati a tempo pieno che mancano se ne guadagnano altrettanti a tempo parziale. Spiega oggi Valentina Conte su Repubblica che il tasso di occupazione è tornato a quando gli scatoloni della Lehman Brothers non erano nemmeno immaginati. Ma quel 58,6% – peggio di noi in Europa solo la Grecia – racconta storie diverse.

Sono esplosi il part-time involontario e la sottoccupazione. Chi lavora vorrebbe farlo per più ore. Ma non succede perché il lavoro non c’è. Si è polverizzato e cristallizzato assieme alla produttività stagnante. Si crea poco, le idee scarseggiano. E i vecchi mestieri si distribuiscono tra chi non è nel frattempo espatriato. Mancano 1,8 milioni di ore lavorate rispetto al 2008. I part-time involontari sono schizzati del 131%, da un milione e 195 mila a 2 milioni e 757 mila. I sottoccupati dell’88%, da 356 mila a 668 mila.

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L’occupazione in Italia (La Repubblica, 30 aprile 2019)

Spiega ancora Repubblica che nel decennio perduto sono spariti un milione di artigiani e operai. E 362 mila professioni qualificate e tecniche. Mentre avanzano di 861 mila i profili esecutivi nel commercio e servizi e di 437 mila quelli non specializzati. Un dramma per le aziende che alimenta il mismatch: la domanda abbonda, ma non incrocia l’offerta seppur scarna e però mirata. Mancano le competenze, le scuole non preparano al lavoro che c’è, la tecnologia è ancora un oggetto misterioso. Proprio quando alla porta bussano robot e intelligenza artificiale.

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