A cosa serve un mazzo di fiori di Salvini dopo la valanga di odio leghista contro Emma Marrone?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-09-24

La cantante salentina vittima dell’odio sui social riceve la solidarietà del senatore della Lega che le promette fiori e sogna di andare ad un suo concerto. Esattamente quello che disse a febbraio quando Emma fu vittima di un’altra scarica d’odio in salsa leghista. E nel frattempo i fan di Salvini ci spiegano che è tutta colpa sua, perché ha osato esprimere il suo pensiero e criticare il “Capitano”

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Ieri un leghista ha pensato bene di insultare Emma Marrone. Non è stato il solo. In molti si sono divertiti ieri a sputare odio su una donna che (come tante altre persone) sta affrontando una fase molto delicata della sua vita. E come tante altre persone Emma Marrone non la pensa esattamente come Salvini. E questo a quanto pare è un problema che molti fan del sedicente Capitano affrontano letteralmente godendo per la malattia di Emma Marrone.

Salvini di nuovo dice che vuole andare ad un concerto di Emma Marrone

Non è la prima volta che succede. I leghisti e i salviniani avevano vomitato valanghe di merda digitale quando Emma Marrone aveva criticato la strategia dei porti chiusi di Salvini. La cantante era stata attaccata anche dal consigliere comunale leghista di Amelia (Umbria), Massimiliano Galli. In quell’occasione il leader della Lega era intervenuto dicendo «Galli ha detto un’idiozia, spero di riuscire ad andare a vedere un concerto di Emma Marrone», era il febbraio scorso e sul Giornale Serena Granato parlava dei “commenti critici che la cantante dal cuor di leone dovrà mandare giù”. Oggi a SkyTg24 Salvini ha ribadito le stesse esatte parole: «mi piacerebbe molto andare a un suo concerto, come artista mi piace, la musica non ha confini…. mio figlio va ai concerti di Fedez. Sicuramente le manderò un mazzo di fiori, sta affrontando un momento difficile: in bocca a lupo a Emma».

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Chissà se finirà come il mazzo di fiori che Salvini doveva portare a Lilli Gruber. Ma mentre Salvini solidarizza con la cantante ci sono ancora oggi leghisti e simpatizzanti dell’ex ministro dell’Interno che continuano ad attaccare Emma. Lo fanno non con gli insulti ma difendendo e giustificando coloro che l’avevano insultata. Perché – è la tesi di fondo – Emma Marrone un po’ se l’è cercata. Non vai a stuzzicare la bestia con le tue idee politiche (legittime) senza pensare di scatenare una reazione becera ed incivile.

I leghisti che giustificano gli insulti ad Emma Marrone

C’è chi nega che la responsabilità sia dei leghisti, anzi, sospetta che si tratti di infiltrati del PD e di #FacciamoRete occultato fra i detrattori della cantane «per gettare fango come al solito». E lo si potrebbe pensare se fossero casi isolati. Ma non è così.

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C’è chi ci spiega che gli insulti ad Emma Marrone fanno notizia perché «sono stati rivolti da qualche presunto leghista» mentre gli insulti contro gli altri vengono silenziati (e allora il PD?). Si prova a minimizzare, ridurre il danno, dire che anche gli altri fanno così quando l’unica cosa da fare sarebbe invece quella di prendere le distanze da chi insulta.

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Ma non è possibile farlo, perché altrimenti si perderebbe automaticamente il “diritto ad insultare”. Ed Emma Marrone non ha mai insultato Salvini, a meno che non si consideri un insulto dire “aprite i porti” oppure “è un momento storico in cui stiamo annegando nell’odio. Il momento in cui un professore mette all’angolo un bambino di colore e lo prende in giro davanti ai suoi compagni. Io non sono madre, ma vorrei che mio figlio crescesse in un’Italia bella sana, pulita coraggiosa, rispettosa dei diritti di tutti“. Queste le parole pronunciate mesi fa da Emma Marrone “contro” Salvini. Se qualcuno ci legge insulti alla Lega o ad un ministro allora ha problemi di comprensione del testo.

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Ma per i difensori d’ufficio degli odiatori «chi è causa del suo mal pianga se stesso» perché proprio a quel concerto «potevi stare zitta». Ed avendo detto quelle terribili parole è stata Emma ad innescare l’odio. Siamo al paradosso: non si può criticare chi odia, chi discrimina perché altrimenti si innesca l’odio. Un odio che c’è già.

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Emma Marrone è colpevole perché “ostenta la malattia” e pecca di “autocommiserazione e pietismo”. Oppure va insultata perché non si è limitata a fare il suo lavoro e a tenere per sé le sue opinioni. Se non avesse usato il palcoscenico (il suo palcoscenico) per “insultare” un politico allora le cose sarebbero andate diversamente. «Perché invece che fare intrattenimento si è messa intesta di voler fare altro?» si chiede qualcuno che confonde il legittimo diritto di critica con gli insulti (e pensa che siano la stessa cosa).

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Anche quella che si dispiace perché Emma Marrone è malata e le augura una immediata guarigione se la prende con la cantante perché «per prima si è scagliata contro Salvini» e quindi è colpa sua se poi (molto poi, mesi e mesi dopo) c’è chi usa quelle critiche come pretesto per poterle augurare di morire presto. Il bello è che questa dolce signora che rispetta le idee di tutti e augura una pronta guarigione ci tiene a spiegare che è Emma a dover esprimere il suo pensiero politico “senza offendere”. Non una parola di biasimo invece per coloro che non esprimono alcuna idea politica ed insultano e basta. 

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