Elena Donazzan contro i docenti “sovversivi” che non vogliono i militari a scuola

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-30

L’assessora regionale veneta all’Istruzione Donazzan (di Fratelli d’Italia) ha chiesto di inviare gli ispettori in un liceo di Venezia perché docenti e alunni si sono rifiutati di prendere parte ad un incontro con due esponenti delle Forze Armate in vista del 4 novembre. Eppure la partecipazione all’iniziativa era facoltativa e volontaria. ma per la Donazzan è ora di smetterla con certe ideologie nelle aule. Quali? Il pacifismo, ovviamente

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L’assessora all’istruzione  e formazione della Regione Veneto Elena Donazzan ha deciso di inviare gli ispettori in un liceo veneziano (il Marco Polo) per «verificare l’atteggiamento sovversivo di alcuni docenti». Non contenta ha anche scritto alla dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Augusta Celada, per chiedere che «vengano considerate le attitudini di queste persone all’insegnamento».

L’assessora all’Istruzione del Veneto contro i “sovversivi” del Marco Polo

Che cosa sarà mai successo al Marco Polo, un istituto comprensivo che comprende il liceo Classico, l’Artistico e il Liceo Musicale, per scatenare la reazione di un’assessora famosa per la sua collanina che sembra tanto una celtica, che combatteva contro il furore ideologico gender sbagliando gli apostrofi e che difendeva la spiaggia “fascista” di Punta Canna annunciando che avrebbe partecipato ad una festa a tema Ventennio vestita da Margherita Sarfatti, scrittrice e giornalista veneziana di origine ebraica, nonché amante di Benito Mussolini?

donazzan ispettori scuola militari 4 novembre - 1

È successo che i docenti, o meglio alcuni docenti, si sono rifiutati di partecipare ad un incontro con due due ufficiali della Marina Militare e della Guardia di Finanza organizzato in vista del 4 novembre, la festa dell’Unità nazionale e delle forze armate.  Un tema molto caro a Fratelli d’Italia, partito cui la Donazzan ha aderito nel giugno scorso dopo aver lasciato Forza Italia (ma non la giunta regionale), partito con cui era stata eletta. Secondo i docenti però quell’incontro, che inizialmente era “obbligatorio” per le classi quinte non poteva esserlo anche perché l’attività non era stata deliberata né dal Collegio Docenti, né dal Consiglio d’Istituto e tanto meno dai consigli delle classi che avrebbero dovuto partecipare l’incontro. Tant’è che sul punto il preside ha dovuto fare marcia indietro e dichiarare che la partecipazione era su base volontaria. Di conseguenza la maggior parte degli alunni non ha preso parte all’iniziativa.

La Donazzan contro la “propaganda ideologica” dei docenti (che è nella Costituzione)

I docenti però hanno contestato anche la decisione di inserire l’attività “formativa” all’interno delle attività di “Cittadinanza e Costituzione” (l’insegnamento che una volta si chiamava Educazione Civica) visto e considerato che proprio la Costituzione italiana all’articolo 11 sancisce che «l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Di diverso avviso l’assessora che in una nota pubblicata sul Corriere del Veneto ha dichiarato che «questi docenti non meritano di insegnare in una scuola italiana, perché nel loro ruolo di educatori si stanno dimostrando irrispettosi della Costituzione e delle Leggi italiane». donazzan ispettori scuola militari 4 novembre - 2

Secondo la Donazzan «contestare le Forze Armate significa disobbedire alle leggi e all’ordinamento dello Stato». Ma all’assessora evidentemente sfugge che la contestazione riguardava piuttosto le modalità con cui era stata organizzata l’iniziativa che non era passata attraverso i meccanismi decisionali dell’istituto. Ed è curioso che quelli che si scagliano contro le iniziative “gender” che vengono in genere discusse e approvate in Consiglio d’Istituto e presentate ai genitori e parlano sempre di soprusi e forzature ideologiche non si accorgano che la presenza dei due (incolpevoli) militari invece non era stata vagliata e votata come prevede la normativa vigente.

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Una volta che il preside aveva ribadito che la partecipazione era “volontaria” che senso ha parlare di docenti sovversivi visto che hanno semplicemente esercitato il diritto a non partecipare ad un’iniziativa che non era obbligatoria? Nelle scuole poi la presenza di militari non è certo stabilita dalla legge o dalla Costituzione quindi di quale oltraggio alla divisa sta parlando l’assessora? Inutile poi nascondere il vero obiettivo dell’iniziativa: fare un po’ di pubblicità alle Forze Armate, magari alla ricerca di reclute. Del resto Fratelli d’Italia non nasconde il desiderio di un ritorno alla leva obbligatoria. Come d’altra parte è nota la vicinanza della patriota Donazzan ai nostri valorosi militari, cui sovente dedica post e dichiarazioni d’affetto sui social. Ma forse non è quello di cui la scuola (veneta, o italiana) ha bisogno.

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