Ecobonus e Sismabonus dal primo luglio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-15

La detrazione diretta permette di recuperare in dichiarazione dei redditi il 110% delle spese sostenute, spalmato in 5 anni. La novità è la possibilità di cedere il credito a ditte, banche e altri soggetti per evitare l’esborso diretto: saranno imprese o istituti ad anticipare il costo dei lavori

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Dal primo luglio partiranno Ecobonus e Sismabonus, i nuovi incentivi per la casa introdotti dal decreto Rilancio. I superbonus prevedono la detrazione fiscale al 110% delle spese sostenute per interventi di efficienza energetica (ecobonus) e riduzione del rischio sismico (sismabonus). Ammessi anche impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica dei veicoli elettrici, se contestuali ai primi interventi. Repubblica spiega oggi in una serie di domande e risposte come funzioneranno i due incentivi:

Quali lavori sono ammessi all’ecobonus?
Sono detraibili le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per interventi “strutturali” importanti: isolamento di almeno un quarto dell’involucro esterno degli edifici (il cosiddetto “cappotto”) con un limite di 60 mila euro moltiplicato per le unità abitative presenti; sostituzione delle caldaie con impianti centralizzati a condensazione con un limite di 30 mila euro moltiplicato per le unità; con pompe di calore, in edifici unifamiliari, con limite di 30 mila euro.

Posso detrarre gli infissi?
Per tutti gli interventi minori, quali i serramenti o i climatizzatori, già incentivati dal decreto 63 del 2013 (art. 14) restano in vigore le regole precedenti, con bonus tra il 50 e il 65% delle spese. Le detrazioni salgono al 110% se questi lavori vengono effettuati nell’ambito dei tre interventi strutturali di cui sopra.

ecobonus ristrutturazioni bonus facciate
Ecobonus, Sismabonus e Bonus facciate (Il Messaggero, 10 novembre 2019)

Sono incentivati i lavori nelle seconde case?
Il testo entrato al Cdm spiega che gli incentivi sono riservati ai condomìni, agli Istituti delle case popolari e — sui singoli appartamenti — alle persone fisiche fuori dall’esercizio di attività di impresa. Per non bloccare i lavori in condomìni con secondo case al loro interno, l’interpretazione di Ance è che la detrazione al 110% per i lavori “strutturali” sia da ripartire tra tutti i proprietari, di abitazioni principali e non. Sarebbe invece limitata alle sole abitazioni principali la possibilità di far salire al 110% gli interventi “minori” sulle singole unità abitative (come gli infissi), sempre se contestuali a quelli strutturali del condomìnio. Esclusi invece gli edifici unifamiliari (villette) diversi dall’abitazione principale.

La detrazione diretta permette di recuperare in dichiarazione dei redditi il 110% delle spese sostenute, spalmato in 5 anni. La novità è la possibilità di cedere il credito a ditte, banche e altri soggetti per evitare l’esborso diretto: saranno imprese o istituti ad anticipare il costo dei lavori, con uno sconto al 100% delle fatture. Il credito (dietro certificazione da parte di Caf e professionisti) resterà loro in capo con l’extra-10% di profitto, da incassare in 5 anni dal Fisco. Oppure potrà esser rivenduto, creando un vero e proprio mercato.

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