Don Ruggero Conti: la folla ai funerali del prete condannato per pedofilia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-02

La folla che si è ritrovata a Legnano per i funerali di don Ruggero Conti, ex “guida” della parrocchia romana della Natività di Maria Santissima, in via di Selva Candida e condannato nel 2015 a 14 anni di reclusione per pedofilia

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Il Fatto Quotidiano racconta oggi la folla che si è ritrovata a Legnano per i funerali di don Ruggero Conti, ex “guida” della parrocchia romana della Natività di Maria Santissima, in via di Selva Candida e condannato nel 2015 a 14 anni di reclusione per pedofilia.

Il funerale si è tenuto nella chiesa della Madonna delle Grazie a Legnano, vicino Milano. Subito è intervenuta l’associazione “Rete l’a b u s o”che ha annunciato di aver denunciato a Milano “la parrocchia di Legnano, rea di aver violato il decreto sicurezza legato all’allarme Coronavirus, emesso dalla Regione Lombardia, nel quale si vieta qualunque tipo di assembramento, anche di carattere religioso”. Non solo. “Nella denuncia – continua l’associazione – si chiede anche come sia stato possibile, data la grande pubblicizzazione che ha portato all’affluenza di centinaia persone, che il sindaco di Legnano e la stessa Prefettura, non fossero al corrente dell’evento e soprattutto perché non siano intervenute, omettendo i controlli in tutela della popolazione”.

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La vicenda giudiziaria di Don Ruggero Conti – che si è sempre dichiarato innocente –inizia il 30 giugno del 2008 quando viene arrestato mentre stava partendo per Sydney per partecipare alla Giornata mondiale della Gioventù. A dare avvio all’indagine fu la denuncia di un altro sacerdote. Per l’accusa don Ruggero si era accattivato le simpatie dei bambini, convincendoli a subire gli abusi, attirandoli in casa con promesse di soldi, dvd o vestiti. “È un complotto. Sono gelosie e cattiverie”, la sua difesa. A marzo del 2011 arriva la condanna in primo grado: 15 anni e 4 mesi. Nel frattempo su tre degli episodi contestati arriva la prescrizione e in Appello, nel 2015, la condanna viene ridotta: 14 anni e 2 mesi per violenza sessuale continuata e aggravata. Sentenza confermata in Cassazione.

.Secondo il pm il sacerdote aveva indotto due dei ragazzini “a compiere e/o subire atti sessuali in cambio di denaro o altra utilità (in genere capi di abbigliamento)”. Abusi definiti “di inaudita gravità”. Le indagini portarono alla luce altri casi di abusi che sarebbero avvenuti negli anni Ottanta quando don Conti non era ancora sacerdote e insegnava a Legnano. Il prelato che fino a poche settimane prima dell’arresto era stato il garante della famiglia dell’allora candidato sindaco di Roma, poi vincitore delle elezioni, Gianni Alemanno, il 31 maggio 2013 venne condannato in appello a 14 anni e 2 mesi di reclusione per violenza sessuale continuata e aggravata. La pena inflitta al prelato in primo grado venne ridotta in appello e poi confermata dalla Cassazione nel marzo 2015 perché nel frattempo tre degli episodi contestati risultavano prescritti. L’ex parroco, sospeso “a divinis” dal sacerdozio dal 2011, era in stato di detenzione domiciliare a Viterbo, ma per motivi di salute era stato trasferito, sempre ai domiciliari, in una clinica a Genzano.

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