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La ditta delle scale mobili della metro chiede i danni ad ATAC

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-11

Secondo l’impresa estromessa, sarebbe Atac ad avere tenuto condotte scorrette sulle scale. «A fine febbraio, a Barberini, hanno tenuto le scale aperte di notte, fuori dall’orario di servizio, per trasportare dei pesantissimi accumulatori di carica elettrica»

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Due milioni di euro di danni chiesti al Campidoglio. La ditta che si occupava della manutenzione delle scale mobili della metropolitana di Roma va all’attacco dopo la risoluzione del contratto da parte di ATAC Giorgio Del Vecchio, il titolare della ditta campana che due anni fa si era aggiudicata la commessa milionaria, in asse con una società di Roma, ha detto al Messaggero che una prima richiesta è stata spedita al tribunale delle imprese.

La ditta delle scale mobili della metro chiede i danni ad ATAC

Scrive il Messaggero che secondo la Procura, che indaga sulle manutenzioni e sugli incidenti a catena, «gli interventi di riparazione non correttamente eseguiti potrebbero aver inciso in senso negativo sul corretto funzionamento degli impianti». E il consulente tecnico incaricato dai magistrati, dopo un sopralluogo sulla scala della stazione di Barberini, avrebbe scoperto una riparazione al sistema dei freni effettuata con fascette metalliche “stringitubo”, senza il rimpiazzo di ricambi e perni.

La ditta di Napoli, a cui Atac ha spedito un“conto” da 500mila euro per le penali, è convinta invece di avere fatto tutto a regola d’arte. E per questo non solo ricusa le sanzioni, ma rilancia contestando la risoluzione del contratto. Col danno sostanziale e d’immagine conseguente. «Abbiamo rispettato con diligenza e oculatezza tutti gli obblighi contrattuali», è la linea.

Secondo l’impresa estromessa, sarebbe Atac ad avere tenuto condotte scorrette sulle scale. «A fine febbraio, a Barberini, hanno tenuto le scale aperte di notte, fuori dall’orario di servizio, per trasportare dei pesantissimi accumulatori di carica elettrica, ma un peso statico del genere può creare danni – dice sempre Del Vecchio -I nostri legali hanno chiesto ai pm di acquisire i video». Potrebbe non essere stato un caso, sostiene, «che alcuni gradini siano saltati solo 48 ore dopo».

Ora la parola passa al tribunale.

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