Economia
Le balle di Di Maio sul “record assoluto” di esportazioni italiane
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2019-04-19
Il ministro dello Sviluppo Economico parla di record assoluto per l’export italiano nei primi mesi del 2019. Ma i dati dell’Istat lo smentiscono: gli ordinativi dall’estero sono diminuiti del 4,8% nel periodo dicembre-febbraio rispetto ai tre mesi precedenti
«Lo facciamo con un export che a gennaio ha segnato un +2,9% e quindi continua a segnare record in valori assoluti di tutta la nostra storia». Così alcuni giorni fa il Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio durante una conferenza stampa ad Abu Dabi a conclusione della sua visita negli Emirati Arabi Uniti. Secondo Di Maio non solo il nostro Paese è la locomotiva d’Europa per quanto riguarda la produzione industriale ma da quando si è insediato il governo Conte anche le esportazioni vanno a gonfie vele.
L’export italiano è in calo, nonostante quello che dice Di Maio
Di Maio rilasciava quella dichiarazione il 16 aprile scorso. Il 18 aprile, appena due giorni dopo, l’ISTAT pubblicava la nota di aggiornamento statistica su fatturato e ordinativi dell’industria italiana relativa al periodo di febbraio 2019. Smentendo di fatto le entusiasmanti dichiarazioni del ministro. Perché l’Istituto nazionale di statistica scrive che c’è un aumento del fatturato del mercato interno (+0,8%) rispetto al mese precedente ma che al tempo si è registrata una flessione di quello estero (-0,9%). Non solo, il calo degli ordinativi «riflette una leggera contrazione delle commesse provenienti dal mercato interno (-0,4%) e una più marcata diminuzione di quelle provenienti dall’estero (-6,0%)». Rispetto alla media dei tre mesi precedenti (settembre-novembre 2018) significa un calo del 4,8%.
Dati completamente diversi da quelli snocciolati da Di Maio. Scrive sempre l’ISTAT che «l’indice grezzo degli ordinativi segna un calo tendenziale del 2,9%, sintesi di un modesto incremento dello
0,6% per il mercato interno e di una marcata diminuzione, del 7,7%, per il mercato estero». Di Maio però in quel momento aveva sotto mano i dati di gennaio che parlavano di un aumento in termini congiunturali del fatturato (+3,1%) anche se «nella media degli ultimi tre mesi, sui precedenti tre, l’indice complessivo mostra comunque un calo dell’1,8%». Anche rispetto all’aumento degli ordinativi a gennaio rispetto a dicembre l’ISTAT rilevava «una riduzione rispetto ai tre mesi precedenti» pari al -2,1%.
Di Maio dice che si tratta di un record assoluto ma le cose non stanno così perché – come fa notare la Stampa – in termini del valore delle esportazioni il dato di gennaio è leggermente inferiore a quello registrato a giugno 2018. Non solo, l’ISTAT scrive che la crescita congiunturale del fatturato dell’industria del mese di febbraio è sostenuta principalmente dal mercato interno. Se si prende in considerazione la media degli ultimi tre mesi rispetto ai tre mesi precedenti «evidenzia un segno negativo, più marcato per la componente estera rispetto a quella interna», insomma Di Maio sta raccontando una balla.
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