La denuncia del Demanio per sfrattare Casapound da via Napoleone III

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-18

Un esposto firmato dal prefetto Riccardo Carpino che potrebbe far balzare in cima alla lista degli sgomberi la sede dei Fascisti del Terzo Millennio

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È stata depositata in procura nei giorni scorsi la denuncia del Demanio per sfrattare Casapound dallo stabile occupato in via Napoleone III. Lo racconta oggi Repubblica Roma in un articolo a firma di Lorenzo D’Albergo che parla di un esposto firmato dal prefetto Riccardo Carpino che potrebbe far balzare in cima alla lista degli sgomberi la sede dei Fascisti del Terzo Millennio.

La denuncia del Demanio per sfrattare Casapound da via Napoleone III

La denuncia si chiude con una richiesta di risarcimento milionaria ai danni degli occupanti. Per anni, infatti, hanno tolto dalla disponibilità dello Stato uno stabile enorme: 58 locali, 3 magazzini e 2 sale conferenze alle spalle della stazione Termini sono, ormai da quasi 16 anni, la casa di 60 persone legate al movimento di Gianluca Iannone:

Come scoperto dai pm contabili, gli stessi che hanno contestato un danno da 4,6 milioni di euro ai funzionari del Demanio e del Miur che per 10 anni non hanno alzato un dito per chiedere lo sfratto di CasaPound, gli abitanti di via Napoleone III non sono affatto dei nullatenenti: tra loro ci sono anche un’insegnante di un asilo comunale, un dipendente di Zètema, una travet di Cotral e un impiegato del policlinico Umberto I. Attivisti che per la corte dei Conti vivono «in condizioni reddituali lungi dal presentare le connotazioni tipiche dell’emarginazione sociale». Quindi da sfrattare, come ha già chiesto alla procura anche l’Anpi.

casapound via napoleone III allaccio abusivo
L’allaccio abusivo di corrente elettrica in via Napoleone III

Dagli atti emerge che in via Napoleone III abita anche uno dei fondatori della formazione di estrema destra, Gianluca Iannone. È dipendente della Mag Srl,società di cui la moglie ha il 50 per cento di quote e che «gestisce l’attività di ristorazione denominata Osteria Angelino dal 1899, in via Capo d’Africa», si legge nell’informativa delle Fiamme gialle. Ha la residenza nel palazzo anche Alberto Palladino, detto “Zippo”, che era finito sotto processo per avere aggredito con spranghe e bastoni alcuni militanti del Pd che stavano affiggendo dei manifesti in via dei Prati Fiscali.

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