Il decreto dignità e i contratti più cari per badanti e colf

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-20

Un aggravio annuale di 160 euro in più secondo i dati Assindatcolf per la norma che prevede un aumento dello 0,5 dei contributi per ogni rinnovo di contratto

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Gli aumenti contributivi previsti dal decreto dignità per i rinnovi dei contratti a termine potrebbero pesare sulle famiglie che si affidano alle cure di badanti, babysitter e colf fino a 160 euro in più l’anno. È il calcolo di Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico citato oggi dal Corriere della Sera. L’associazione chiede per questo di escludere il comparto dalla norma che prevede un aumento dello 0,5% in occasione di ciascun rinnovo del contratto a tempo determinato, anche in somministrazione.  L’associazione ha chiesto che la disposizione si applichi solo a chi fruisce anche di agevolazioni e non a chi assume domestici.

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Il mercato del lavoro in Italia (Corriere della Sera)

Il Corriere racconta che quando in passato ci sono stati incentivi per i contratti stabili, ad esempio con il Jobs act ma anche adesso per le assunzioni degli under 35, il lavoro domestico è sempre stato escluso. E quindi le famiglie, a differenza delle imprese, non hanno avuto sconti sui contributi da pagare. Adesso che si vuole rendere meno vantaggioso l’utilizzo dei contratti a termine, le famiglie vengono considerate imprese a tutti gli effetti. E sono quindi chiamate a fare la loro parte pagando qualcosa in più. Una mossa in contraddizione con il contratto di governo firmato da Lega e Movimento 5 Stelle che, sia pure in termini generici, parla di «agevolazioni» per le baby sitter e provvedimenti per aiutare le famiglie con anziani a carico che hanno in casa colf e badanti.

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