Il crollo dei redditi in Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-29

Il segno meno caratterizza tutte le Regioni tranne una: il Trentino Alto-Adige, dove il contatore segna +3,2 per cento. Crolla invece in Sicilia e in Campania

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Nel calcolo che tiene conto dell’inflazione, il reddito medio 2017 indicato dagli italiani nelle dichiarazioni dello scorso anno si ferma il 3% sotto quello di dieci anni fa. Il segno meno caratterizza tutte le Regioni tranne una: il Trentino Alto-Adige, dove il contatore segna +3,2 per cento. Crolla invece in Sicilia e in Campania. Il Sole 24 Ore spiega oggi i numeri del reddito:

Due le possibili spiegazioni dell’eccezionalità trentina e alto-atesina: un’economia legata a doppio filo all’area tedesca (finisce in Germania il 40% del valore aggiunto manifatturiero della Regione, come segnala Confindustria), che quindi ha potuto beneficiare di una catena di trasmissione corta con le riprese più dinamiche registrate nel centro dell’Europa; e uno Statuto di Autonomia che quando l’economia frena permette di attivare contromisure più rapide rispetto a quelle che si riescono a mettere in campo nell’Italia “ordinaria”.

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I redditi lordi medi per contribuente 2017 a confronto con quelli del 2007 (Il Sole 24 Ore, 29 marzo 2019)

È del resto a Statuto speciale anche la seconda regione nella graduatoria sviluppata in base al confronto fra i redditi lordi reali 2017-2007: si tratta del Friuli Venezia Giulia, a cui basta un modesto -0,6% per occupare il secondo scalino. Seguito da Veneto ed Emilia Romagna (-1,4%), e da Valle d’Aosta e Piemonte (-1,9%).

Sono invece meridionali tutte le Regioni che hanno perso più reddito nella lunga traversata del deserto: in Sicilia la dichiarazione media sui redditi del 2017 si alleggerisce del 7,2% rispetto a quella di dieci anni prima, in Campania la perdita è del 6,9% e in Calabria del 6,4%. La litania prosegue con la Puglia (-5,9%) e con il Molise (-4,9%), che fa poco peggio rispetto alla Sardegna (4,8%).

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