Economia

Il gruppo CRAI e il ritiro dalla vendita delle mascherine a 50 centesimi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-29

L’azienda a cui fanno capo Crai, Pellicano, Caddy’s, IperSoap, Pilato, Proshop, Risparmio Casa, Saponi e Profumi, Shuki e Smoll: “”Siamo nell’impossibilità di vendere le mascherine ad un prezzo inferiore al loro costo di acquisto”

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Il gruppo CRAI, al quale fanno capo le insegne Crai, Pellicano, Caddy’s, IperSoap, Pilato, Proshop, Risparmio Casa, Saponi e Profumi, Shuki e Smoll, ha annunciato che “si vede costretto a ritirare dalla vendita, dai negozi del Gruppo, le mascherine chirurgiche” a causa del prezzo imposto massimo di 50 centesimi. “Siamo nell’impossibilità – si afferma – di vendere le mascherine ad un prezzo inferiore al loro costo di acquisto. Confidiamo che il governo voglia risolvere al più presto tale situazione in modo da consentirci di riprendere la vendita delle mascherine in questione”.

Il gruppo CRAI e il ritiro dalla vendita delle mascherine a 50 centesimi

Il motivo della decisione del gruppo CRAI è stato spiegato oggi sul Sole 24 Ore da Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione: «Abbiamo sentito il premier Conte che ha fissato il prezzo massimo ma la moderna distribuzione ha in magazzino stock di prodotti pagati cifre maggiori che dovremmo vendere in perdita – rimarca secco il presidente -. Abbiamo chiesto al Governo quali sono i canali di approvvigionamento con costi minori altrimenti non saremo in grado di vendere dpi senza garanzie e marchio ce. Inoltre per i prodotti in magazzino vorremmo un accordo analogo a quello dei farmacisti». Ovviamente l’annuncio di CRAI non è stato preso bene sui social network:

crai mascherine 50 centesimi

“Questa azienda, che ricavo dalla sua domanda che abbia un’altra ragione sociale, non ha fatto un contratto con il commissario straordinario, non deve rivolgere a me la domanda”, ha detto invece il commissario Domenico Arcuri in video audizione alle Commissioni Finanze e Attività produttive della Camera alludendo al Gruppo CRAI. Il Sole 24 Ore scrive che alcuni produttori dovranno rinunciare alla produzione perché costerebbe più del prezzo di vendita.

Foto copertina da @gfrankbert48 su Twitter

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