Attualità
Scuola: cosa succederà quando uno studente risulterà positivo al Coronavirus
neXtQuotidiano 26/07/2020
Nell’intervista che rilascia oggi a La Stampa, la ministra della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina spiega cosa succederà a scuola quando uno studente risulterà positivo al Coronavirus

Nell’intervista che rilascia oggi a La Stampa, la ministra della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina spiega cosa succederà a scuola quando uno studente risulterà positivo al Coronavirus:
Per la riapertura del 14 settembre lei ha promesso che sarà tutto pronto, ma i sindacati lamentano ancora troppa confusione. Non si capisce, ad esempio, cosa succederà se uno studente risulterà contagiato…
«In quel caso, il modello potrebbe essere simile a quello utilizzato di recente per gli esami di Stato. Tutti i compagni dovrebbero fare i tamponi e l’intera classe, temporaneamente, non si presenterebbe a scuola. Ma sono misure che stiamo ancora scrivendo con i sindacati e con il Comitato tecnico scientifico del ministero della Salute. Faranno parte di un protocollo di sicurezza che contiamo di chiudere al più presto».Non ha l’impressione che con i sindacati si sia rotto qualcosa?
«Abbiamo avuto momenti di criticità, come sul concorso straordinario, e i riverberi ci sono ancora adesso. Ma io devo tutelare l’intero mondo dell’istruzione, non solo una parte. Famiglie e docenti vogliono la riapertura a settembre: su questo dovremmo essere tutti d’accordo».
Lei è diventata anche un bersaglio fisso delle opposizioni. Crede che il fatto di essere una donna in politica incida sul fatto di finire spesso nel mirino?
«Non è una questione personale. E non riguarda le donne in politica, ma le donne con ruoli di potere. I commenti sessisti spesso nascondono un coefficiente di maschilismo, è evidente a tutti. Io chiedo solo che si parli del lavoro e non del costume da bagno o del rossetto. È troppo?».Il caso della deputata americana Alexandra Ocasio Cortez e della sua denuncia contro gli insulti sessisti ricevuti da un collega repubblicano sta facendo il giro del mondo. Cosa ha provato quando l’ha ascoltata?
«Grande empatia. Mi ritrovo moltissimo in quel che ha detto e credo lo abbia espresso nel miglior modo possibile. Il suo è il pensiero di moltissime donne. L’istruzione ha un ruolo importante per combattere certi fenomeni, ma non si può delegare tutto alla scuola, è un problema culturale che riguarda tutti. In Parlamento ho assistito a insulti sessisti rivolti a colleghe che arrivavano da ogni forza politica».