Il rischio recessione per il Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-23

Oggi la task force del governo, non a caso, sta già iniziando a disegnare una sorta di piano Marshall per aiutare le imprese delle aree finite in quarantena. Si va da misure pratiche immediate — come la malattia garantita ai residenti nelle aree del contagio che non possono recarsi al lavoro — fino alla cassa integrazione per le aziende costrette a chiudere temporaneamente l‘attività

article-post

Lombardia e Veneto da sole valgono il 31% del Pil italiano per un valore di 550 miliardi. Le due regioni coprono quasi la metà delle esportazioni totali. E quindi il Coronavirus può causare un rischio per la crescita economica dell’intera Italia. Ettore Livini su Repubblica oggi spiega che le imprese di Codogno e Casalpusterlengo, due dei comuni finiti in quarantena in Lombardia, fatturano da sole 1,5 miliardi l’anno. E ogni giorno di stop, pallottoliere alla mano, rischia di mandare in fumo 4 milioni di entrate.

Il conto salirebbe a 18 milioni al giorno se la serrata fosse estesa a tutta la provincia di Lodi. Le 461 imprese di Vo’ Euganeo — paese da cui arriva la prima vittima del virus — macinano 107 milioni di incassi l’anno, oggi a rischio. E se le misure restrittive di quarantena dovessero allargarsi per cause di forza maggiore all’intero settore produttivo di Lombardia e Veneto il conto rischierebbe di essere salatissimo visto che le due regioni valgono da sole 550 miliardi di Pil — il 31% di quello italiano — e che da qui parte il 40% delle esportazioni tricolori.

coronavirus rischio recessione
Il PIL di Veneto e Lombardia (La Repubblica, 23 febbraio 2020)

Cosa succede a un Paese paralizzato dal coronavirus lo raccontano bene i dati che arrivano in questi giorni dalla Cina. Le vendite di auto nelle prime settimane di febbraio sono crollate del 92%, quelle di case del 90%. Due terzi degli aerei della flotta nazionale di Pechino sono a terra. E la scarsa disponibilità di materie prime alimentari (causa problemi nelle forniture) ha fatto schizzare al rialzo del 20% i prezzi del cibo.

Oggi la task force del governo, non a caso, sta già iniziando a disegnare una sorta di piano Marshall per aiutare le imprese delle aree finite in quarantena. Si va da misure pratiche immediate — come la malattia garantita ai residenti nelle aree del contagio che non possono recarsi al lavoro — fino alla cassa integrazione per le aziende costrette a chiudere temporaneamente l‘attività. La cintura di sicurezza sanitaria attorno ai focolai del Covid-19 del resto è una sorta di linea Maginot fondamentale anche per prevenire un drammatico contagio economico. Poco a nord di Codogno ci sono — a San Donato Milanese — i quartieri generali di Eni, Saipem e Snam. Poco a sud c’è uno dei più grandi centri di logistica Amazon in Italia, la meccanica piacentina e i gioielli dell’industria alimentare emiliana. Attorno a Vo’ Euganeo è a rischio l’enorme galassia delle 107 mila pmi della provincia di Padova che da sole valgono 29 miliardi di fatturato. La speranza, al momento, è di circoscrivere i danni.

Leggi anche: La Regione Veneto ha bloccato i test sui cinesi al rientro

Potrebbe interessarti anche