Attualità
«In Piemonte si sono persi le email sui primi contagi»
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-04-15
Il presidente del Comitato tecnico scientifico, Roberto Testi, ha dichiarato che decine di comunicazioni via email, inviate dai medici di famiglia al Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Asl unica di Torino in cui si richiedevano tamponi per pazienti sintomatici, “sono andate perse”, come denunciato dagli stessi medici di famiglia
Il Fatto Quotidiano racconta oggi che in Piemonte si sono persi le email sui primi contagi da Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. La Regione si appresta a diventare la seconda malata d’Italia dopo la Lombardia, vicina con cui –al pari del Veneto –condivide chilometri di confine e a cui –a differenza del Veneto –si lega per una certa affinità nelle politiche anti Covid-19.
Gli ultimi numeri: ieri il Piemonte ha fatto registrare un aumento dei contagi pari al 3,2%, quasi il doppio della Lombardia, secondo soltanto a quello della Liguria (3,8%). I contagi sono 17.690 (circa 3 mila in meno dell’Emilia-Romagna) e 1.927 i deceduti (circa 800 in meno dell’Emilia). Continua a saltare all’occhio il numero dei tamponi fatti: 71 mila in Piemonte, 101.869 in Emilia e, soprattutto, 208.878 in Veneto che, con una popolazione sostanzialmente equivalente, registra un numero di poco inferiore di contagi ma ha mille morti in meno.
E SUI TAMPONI – tasto dolente del Piemonte – volano infatti da giorni gli stracci. Da un lato le associazioni dei medici accusano la politica di aver ignorato l’appello a intensificare i controlli almeno sul personale sanitario, sottolineando come –a differenza di quanto sostenuto dall’assessore alla sanità Luigi Icardi– “esista eccome una correlazione tra tamponi effettuati e l’andamento dei decessi ”. Dall’altro la Regione, che lamenta “pugnalate alla schiena”.
L’ultimo capitolo è andato in onda ieri. Il presidente del Comitato tecnico scientifico, Roberto Testi, ha dichiarato che decine di comunicazioni via email, inviate dai medici di famiglia al Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Asl unica di Torino in cui si richiedevano tamponi per pazienti sintomatici, “sono andate perse”, come denunciato dagli stessi medici di famiglia. In sostanza, l’email del Servizio d’igiene a cui arrivano le segnalazioni di cittadini vittime del Covid-19 si sarebbe bloccata per il numero “eccessivo”(fino a 500 al giorno) di messaggi ricevuti. Ciò che non si spiega, è come mai il Servizio d’igiene abbia temporeggiato a segnalare il problema.
Il blocco, infatti, secondo Testi, sarebbe di un’intera settimana, circa un migliaio le email “perdute”. Come sia stato possibile tutto ciò, non è esattamente dato sapere. Di certo sono finite nel nulla anche centinaia di segnalazioni arrivate telefonicamente al Servizio d’igiene da cittadini che avevano contattato le guardie mediche o i medici di base o la Asl. Richiedevano invano un tampone dichiarando di aver avuto contatti con persone risultate positive. Per non parlare delle mancate analisi fatte a parenti stretti di persone decedute (anche loro rimasti senza test) o di casi da noir come quello delle due prostitute nigeriane fuggite a fine febbraio dall’ospedale Amedeo di Savoia. Erano state ricoverate con sintomi da coronavirus ed erano state in Lombardia. Sono statepoi rintracciate, ma soltantonei giorni successivi, l’ultimo tampone aveva dato esito negativo.